sabato 7 giugno 2008

La fine di un amore

Post autogestito: la voglia di crescere e la creatività quante battute hanno?
Storia di un'aspirante qualche cosa che sta per salpare al largo.

La fine di un amore fa sempre un po' male, qualsiasi esso sia. Lo trascini attaccato alle tue scarpe, inizi a pensare che i tuoi stivali sono troppo consumati e le tracce del passato sembrano all'improvviso strette. Ti senti soffocare. Un giorno pensi che potrai ripartire con più entusiamo di prima, il giorno dopo ti ritrovi a fare i conti di fine mese con la soddisfazione appesa al bagno al posto della cartigienica.
Inizi a contare i soldi buttati per la benzina, quel naso ficcato un pò troppo oltre la siepe per vedere meglio cosa ci fosse sotto. Poi conti le battute: il mondo rinchiuso in 2500 battute.
Un'emozione da 900, due da 1500.
La fine di un amore oggi, per me, è un po' questo. E' un sentimento confuso che ti lascia una droga maledetta, uno stato d'animo che ti trafigge di piacere per lasciarti esausta su un letto, la sera. Con le gambe gonfie e le occhiaie.
E se prima chiudevi gli occhi con l'idea eccitante di una nuova, profonda, avventura che diventava parole, in capriole una dietro l'altra.. ora è il primo, trucido pensiero del mattino. Una notizia. Una, qualsiasi. Trafugata, strappata da qualche parte prima degli altri.
Oggi la simil redazione è molto poco Freestyle. Si è persa nelle brevi, nelle chiamate del sindaco amareggiato, nei comunicati da rimpastare e nelle sgomitate che non sa dare. "In questo ambiente per emergere bisogna farsi notare", le ha detto qualcuno. Pensavo che bastasse lavorare sodo, pardon, anche consumando 15 euro di benzina in sole 12 ore.
Vorrei un Paese normale, in cui per stare a galla, per affermarsi, non bisona più fare parte del gruppo, avere il sostegno della corporazione, con un giornalismo che torni a consumare la suola delle scarpe, guidato da quel sentimento potente che è la curiosità..
ma questo non lo ha detto la simil redazione. Solo un grande giornalista che non c'è più. (Enzo Biagi). Lui la mentalità del paesello l'ha fatta diventare grande.