venerdì 30 novembre 2007

TACCUCCI- SONAGLIA: I BLUES BROTHERS DEL GIORNALISMO

Ecco alcune foto del duetto Marco Taccucci - Andrea Sonaglia, all'opera nel pre, durante e post partita. Scatti rubati in occasione della prima uscita in trasferta del Perugia nella "Città dei fiori", nome d'arte di Pistoia . (Lo zoo ormai è un'immagine logora e politicamente scorretta).














.
Tra sigarette e alcool (nella bottiglietta d'acqua è vodka), i due giornalisti sportivi si danno da fare sugli spalti. Forse perchè per guardare le partite del Perugia e ricordare le glorie di qualche anno fa ci vuole un piccolo anestetizzante..







LA PROVINCIA DI AREZZO IN UMBRIA

Venghino lor Signori, venghino..
AREZZO - Avreste mai pensato di dire ad un aretino: va là che te sei umbro!
Non pensateci neanche. Chissà se questo "pensiero stupendo che nasce un poco strisciando" è passato anche per la testa di Massimiliano Lachi, capogruppo Udc in consiglio provinciale, promotore di una alquanto singolare mozione: "staccare la provincia di Arezzo dalla Regione Toscana a quella dell'Umbria". Perché? Lachi afferma che negli ultimi anni le scelte strategiche della Regione Toscana abbiano portato Arezzo ad una voluta marginalità rispetto al territorio regionale, a vantaggio invece delle province costiere e di Firenze (scusi se è l'onorevolissimo capoluogo di regione). Tant'è che nell'esecutivo regionale, lamenta Lachi, non c'è alcun rappresentante per la provincia di Arezzo.
Inoltre - argomenta il consigliere dell'Udc - Arezzo e l'Umbria sono legate da interessanti e privilegiate relazioni di tipo commerciale e sul piano culturale, senza contare che molti studenti aretini scelgono l'Università degli Studi di Perugia per il loro percorso formativo post maturità. E l'aeroporto perugino, dove vogliamo metterlo? Vogliosi come sono gli aretini di viaggi ed esperienze di vita da raccontare, lo scalo di Sant'Egidio è molto più abbordabile sotto vari punti di vista.
Insomma, cari concittadini di "Piero", qui ci vuole un referendum per scegliere se rimanere con mamma toscana o andare con l'Umbria francescana. La Costituzione della Repubblica Italiana dà una mano in tal senso: art 132, comma 2, che dà facoltà alle Province e ai Comuni che ne facciano richiesta di essere staccati da una Regione ed essere aggregati ad un'altra.

Ci pensate, ai tifosi dell'Arezzo che fanno il derby col Perugia al Curi?

E ancora, l'economia aretina quanto potrebbe influire - e confluire.. - in quella umbra - perugina?

Infine: l'entrata di Arezzo nel cuore verde d'Italia potrebbe portare una ventata di new fashion style nella vita degli umbri, tipo negozi cool per tutte le tasche, stilosismi vari ad ogni ora del giorno, anche per le casalinghe?

Carissimo avvocato Lachi, l'idea è giovanile, dinamica ma un tantino visionaria. Come farà a raccogliere le 500 mila firme contemplate dal citato articolo della Costituzione? Mica prometterà a tutti i firmatari prosciutto di norcia, tartufo, fagiolina del Trasimeno e cipolle di Cannara a volontà ? Perché le assicuro che da Piazza San Francesco ad Arezzo l'Umbria è tanto amabile, ma agli occhi degli aretini lo è ancora di più se rimane tutto così com'è.
Poi vaglielo a spiegare ai cortonesi che sono umbri..

domenica 25 novembre 2007

UN TG AL GIORNO TOGLIE L'APATIA DI TORNO

Alla faccia del wild rose n°37.
Nell'omeopatia il Fiore di Bach che corrisponde al n°37 è Wild Rose, ovvero un composto a base di Rosa Canina (prevalente), Rosa Selvatica, Eglantier, e Rosa Silvestre. L'essenza è indicata per chi "è stato deluso dalla vita e dagli affetti e non vuole correre il rischio di soffrire ancora". E fa riferimento ad uno stato emotivo negativo, con perdita della motivazione e di interesse, sofferenza per l'aspettativa delusa, rassegnazione, fuga accettazione passiva, abulia e scarsa vitalità, senza che venga compiuto alcuno sforzo per migliorare la situazione delle cose. Insomma, un vero disastro.
Assumere alcune gocce del composto (su consiglio dell'erborista o naturopata) aiuta a riacquisire quell'equilibrio interiore perduto, trasformando l'abnegazione in dedizione. Del resto, alla pianta di Rosa Canina sono state riconosciute proprietà terapeutiche contro la cosiddetta "rabbia" sin dall'antichità, in barba agli atei dell' omeopatia.
Controindicazioni. Al giorno d'oggi l'utilizzo delle piante medicinali è piuttosto convulso e confuso. Gli stessi erboristi spesso sbagliano a consigliare essenze di Fiori di Bach ai propri clienti e più di una volta mi è capitato personalmente di vedere l'esercente leggere le indicazioni nella brochure di "Aboca" - famosa casa produttrice locale - per capire quali sintomi e quali benefici fossero associati all'una o all'atra essenza. E vendere prodotti per deduzione. Un'erborista da dieci e lode? "L’ape contadina" in via Leonardo da Vinci a Chiusi Scalo, poche parole per un acquisto mirato.
Casi di sovradosaggio. Non sono affatto sporadici, né quelli relativi ad un cattivo utilizzo di più essenze contemporaneamente, con effetti collaterali deleteri per il già fragile sistema nervoso di chi le assume. Deleteri anche per il portafoglio, considerati i costi di ciascun flaconcino, tra i 9 e i 10 euro l'uno. La cura generalmente si protrae per alcune settimane a stillicidio, tante gocce al dì quanto è alterato lo stato emotivo del vostro essere.
Cure alternative. Da autodidatte potrebbe capitarvi con molta probabilità di assuevarvi a questo venenum di buona salute psichica, alterando completamente le normali oscillazioni del vostro umore giornaliero. Senza quelle goccette il mondo non gira per il verso giusto? Siete arrivate al capolinea, buttate via tutto l'armamentario da piccolo alchimista delle emozioni positive.
Ebbene, per uscire dal tunnel ho scoperto un'eccezionale contro-cura: buttarsi in pasto ai media.
E' un pò come uscire in mutande fuori dal camerino di prova in un grande centro commerciale, ma alla fine ci si sente meglio. E la timidezza finisce col perdersi in un flacone di vetro da 30 ml col contagocce.

giovedì 22 novembre 2007

sintomatologia da lapsus informatico.

La simil-redazione di Trasìmeno Freestyle ha voluto giocare un pò, e come potrebbe essere altrimenti? Diciamo che per una settimana ha lasciato "decantare" un post che riportava un'errata corrige grande quanto quei brufoletti che escono appena al limitar della guancia dopo due giorni di gozzovigliamenti nervosi. Nessuno dei fugaci frequentatori del blog ha sottolineato l'errore, forse perché le pallavoliste nude in rete vanno via come il pane. O ancora, qualcuno l'avrà notato, ma in fondo una dose massiccia di campagna elettorale in tempi non troppo sospetti (ancora..) non desta molto scalpore.
Ebbene, credo che la blogger serezeta dimostri una chiara sintomatologia da lapsus informativo e informatico - visto che ha citato il consigliere forzista Raffaele Nevi intendendo riferirsi a quello di Alleanza Nazionale, Franco Zaffini.
Ma come - vi chiederete - dopo che questi ha fatto tre comparsate corpose su Tef in meno di quattro ore, serezeta come ha fatto a commettere questo scambio di identità?
Effetto della sovraesposizione mediatica dei politici. Alla fine, oltre al senso di nausea sui soliti ritornelli bipartisan, si finisce col rimuovere automaticamente anche il nome dell'ultimo prezzemolino visto in tv..
Terapia d'urto? Se riducessero le poltrone - come se ne parla assiduamente - la maniestazione di certi sintomi da rincoglionimento simil - giornalistico subirebbero una drastica riduzione, n'est-ce que pas?

domenica 18 novembre 2007

FIGLI DI UNA LAUREA MINORE

Post aperto a Enrico Mentana.
Caro Direttore,
da qualche tempo avevo in mente di scriverle queste righe, in riferimento a non ricordo più quale puntata di Matrix, tra le cui poltrone vedeva anche Augusto de Megni.
Ebbene, in chiusura, lei ha chiesto al vincitore della passata (forse, non l'ho mai vista) edizione del Grande Fratello quale facoltà universitaria frequentasse. "Scienze della Comunicazione" le ha risposto il baldo ed educato perugino. "Un altro disoccupato in giro" ha replicato lei con il sorriso. E via la sigla finale della trasmissione.
Lei sa quanti studenti di Scienze della Comunicazione ha sfornato l'Italia? E Perugia? E lo sa che grazie a Facoltà come questa gli atenei si rimpinguano le tasche e le case delle città che aprono le porte ai futuri comunicatori registrano un'impennata negli affitti delle case da capogiro?
Sa, signor Mentana, io mi sono laureata in Scienze della Comunicazione nel marzo 2005: indirizzo istituzionale e d'impresa con una tesi in semiotica da 6 punti (il massimo che concedevano in rari casi a noi figli di una laurea minore) , dopo aver perso tre mesi dietro ad un professore di antropologia culturale che voleva farmi lavorare sulla negritude nella Francia anni '70.
Fuori corso di un anno, ho lavorato di giorno e studiato di notte, e nelle ore notturne ho partorito anche la tesi finale. A grandi salti, perché se facevo le quattro di mattina all'indomani dovevo essere in piedi al massimo alle 7 e mezza.
Alle giornate di presentazione dei master in comunicazione e marketing aziendale (del settore moda) ho incontrato in media solo quattro studenti di Scienze della Comunicazione e uno di Economia, per il resto decine di Giurisprudenza e Lettere Moderne. Che a fronte di 17 mila euro di spesa i presentavano con senza alcun bagaglio di organizzazione aziendale e marketing.
Passi per Lettere, la facoltà dei futuri disoccupati è nata per gemminazione proprio da Lettere e questa branca universitaria continua aproteggerla sotto le sue penne. Ma non trova singolare che uno studioso in Legge voglia fare all'improvviso il comunicatore?

Prima del boom della comunicazione e informatizzazione a tutti i costi - quando il mestiere era ancora molto legato all'aspetto della manualità - non si diceva lo stesso degli iscritti a Scienze Politiche e Filosofia? I primi - ho sentito dire addirittura a momento della mia iscrizione nel 1999 - erano quelli "che non avevano voglia di fare niente e che pertanto sceglievano questo percorso ". Ma tant'è che la facoltà è stata da sempre la culla formativa di politicanti e giornalisti. Forse dava poche attitudini pratiche ma offriva un campo conoscitivo molto ampio per certe professioni. I filosofi invece erano candidati alla carriera dell'insegnamento, a meno che non fossero migrati nel mondo dei master post laurea con un bagaglio estremamente teorico da minimizzare..
Poi, nell'era della comunicazione pervasiva, anche gli antropologi e i filosofi sono stati definiti "figure importanti" all'interno di una azienda, per il loro potenziale contributo conoscitivo sul piano delle relazioni intra aziendali.
Insomma,dove vogliamo metterli tutti questi studenti di Scienze della Comunicazione?
Nel campo del giornalismo? Le confesso che non sono figlia di giornalisti, né nella mia famiglia vi sono personalità influenti a cui posso affidarmi per trovare un lavoro in questo settore o tali da farmi entrare in qualche scuola per "imparare a fare il giornalista". Suo padre che lavoro svolgeva, se non sono troppo indiscreta? Mica avrà vissuto anche lei un periodo di prigionia da bambino?
Forse l'unica speranza di trovare un lavoro meno precario di quello che si prospetta per tutti gli studenti di Scienze della Comunicazione, l'unica che si desume dal suo intervento inopportuno, è partecipare alle selezioni del Grande Fratello insieme agli altri 4000 ragazzi che ambiscono a diventare come Augusto De Megni. Un'ospite nella sua trasmissione che non sarà mai disoccupato, che non dovrà spendere sei mesi di stipendio per comprarsi una telecamera professionale per lavorare. E cercare di dare un senso ad una laurea che serve solo a riempire le università di illusi. Intendeva dire questo, sbaglio?
Però, caro Mentana, è giusto che sia così. Che l'accesso all'università sia libero per garantire la libertà di studio a tutti, anche a quelli che non hanno papà importanti o accoliti più efficaci delle agenzie interinali. Insomma, perché tutti possano avere l'opporunità di intraprendere la professione per cui si pensa di essere portati: un principio molto vicino alla logica dantesca e talmente democratico da essere visibilmente una presa per i fondelli a tutti quelli che ci credono.
La vita dei figli d'arte è molto complessa, mi rendo conto. ma si è mai chiesto se con un altro cognome si fosse trovato a condurre Matrix in un'emittente locale a vita?
Lasciamo stare, signor Mentana, Chiara Geronzi certe gaffe le ha evitate (si rilegga l'intervista su Vanity Fair di un anno fa). La perdono solo perché era in diretta.

venerdì 16 novembre 2007

FINI E MELONI "CARAMELLE POLITICHE" A PASSIGNANO

(le foto sono state volutamente collocate a destra)
PASSIGNANO - Della serie "mutevole è il senso politico delle cose". Facciamo un passo indietro nel tempo, al 26 settembre scorso. Arriva in piazza Garibaldi (pensa te) nel centro di Passignano il presidente di An Gianfranco Fini, accompagnato dai massimi vertici regionali e locali del partito. Sotto il palco un corteo di circa 700 anime dal cuore tricolore. Quasi due mesi dopo, il 16 novembre, nel lungo lago approda la giovane e grintosa Giorgia Meloni, vice presidente della Camera, asso nella manica di An. In mezzo a queste due date e quale cornice politica il rapporto tra Forza Italia e Alleanza Nazionale in seno alla giunta e al consiglio comunale. Direi un microcosmo politico di quello che succede nel più ampio quadro nazionale.
Lunedi 12 novembre: si riunisce l'assemblea cittadina e fa scalpore l'uscita dall'aula di due assessori di Alleanza perché non condividono l'approvazione di un punto all'ordine del giorno, riguardante una variante al Prg.
Caso politico. Sollevato, naturalmente dalla capogruppo dell'opposizione, la diessina e aspirante sindaco Alba Cavicchi, e dalla spalla destra Nadia Pasquali, militante in Rifondazione Comunista (o forse Comunisti Italiani?).
Sicuramente dal punto si vista dell'assetto politico il gesto ha un significato lampante, quanto sulla gravità arrivare a dire che la maggioranza è in crisi ce n'è. Certe poltrone, si sa, hanno un magico potere collante al deretano di chi vi siede.
E' infatti risaputo che all'interno della Cdl Forza Italia si è imposta con maggiore incisività - un pò per il suo specifico corredo politico - e alla fine le redini del carro risultano in mano ad alcuni elementi, che di fatto hanno giocato le loro carte egregiamente. I forzisti si spicco non si dimenticano però dei crediti politici acquisiti alle amministrative del 2003. E così, ogni qualvolta sia necessario, menzionano nelle iniziative e nelle determinazioni dell'amministrazione i fedeli compagni di viaggio, "per non ricevere lamentele". La prossima tornata elettorale sarà a primavera 2008, ora si inizia a giocare sul serio.
Alla luce di tutto questo risulta particolarmente curioso il collegamento tra le piccole scaramucce di partito all'interno dell'unica giunta di centrodestra del Trasimeno e la presenza di certi personaggi importanti a Passignano. Fini e la Meloni, appunto, Entrambi di Alleanza Nazionale. "Caramelle politiche" prodotte a Roma nella pregiata confetteria "An", con effetto lenitivo, emolliente e soprattutto calmante per lo spirito e il bruciore di stomaco.

mercoledì 14 novembre 2007

UN NOTO AMATO SCONOSCIUTO

CITTA DELLA PIEVE - Quante volte vi è capitato di andare ad un esame - non solo universitario, della vita in generale - e non aver studiato? Lasciamo stare le statistiche, personalmente perderei la faccia. Beata improvvisazione e irrazionalità, in certe frange della vita ti protegge il culetto in guanti fatti del miglior velluto rosso. E quante belle sorprese ti riserva di cui meravigliarti, ancora, come un bambino.
L'intervista. Arrivo trafelata al Teatro "Accademia degli Avvaloranti" di Città della Pieve, dopo un'intervista all'assessore Gorello sul piano di contenimento acustico che presto l'amministrazione adotterà in consiglio. Dalla burocrazia di Palazzo Fargna mi ritrovò immersa nell'arena del teatro, illuminata da una luce tipo Rossana che non riesco a fissare neanche nella telecamera. Domenica 18 novembre sul palco del Teatro sarà in scena "Una Tragedia Italiana", firmata da Corrado Augias e Vladimiro Polchi, per la regia di Giorgio Ferrara. E' la trasposizione scenica dell'affair Aldo Moro, in un linguaggio narrativo innovativo, tra il teatro documento e le commistioni di genere. Martedi pomeriggio, in anteprima, regista e attori si sono presentati al pubblico, con qualche pillolina sullo spettacolo.

E che ne so. Entro e l'incontro è già in corso. Sotto il palco Paolo Bonacelli fiero come un Giove, e un ragazzo dall'aria cresciuta e familiare che indossava un maglione dai filati color carta zucchero. In platea due file di ragazzi e molti amanti del genere teatrale. Seduto in prima fila il regista. Appena finiscono le domande e le risposte (momento sempre fortemente atteso), mi precipito con tutto l'armamentario nei camerini, per una "battuta" sul niente. Non mi ricordo chi interpreterà Moro, non ho seguito l'incontro perché pensavo a come organizzare il lavoro in due ore, spostamenti vari interregionali. E non sono affatto preparata sul teatro. Non ho nemmeno letto la didascalia nella brochure per mancanza di tempo.
Il camerino del figlio. Un minuto per Bonacelli e un minuto per l'altro attore, che si chiama Lorenzo.. Lorenzo Amato. Vi ricordate dello schivo Franz ne "I ragazzi del Muretto"? Ebbene, cari telespettarori, dopo sedici anni è qui per voi. Amato ha debuttato in questa fortunata serie televisiva, dove revitavano ragazzi sconosciuti al grande pubblico e alle prime armi. Riassumendo: ha girato numerose fiction televisive, ha una lunga esperienza di regista e attore, riesce a coinvolgere il pubblico con una comunicazione affabile ed è molto riseervato nel privato, soprattutto davanti ai microfoni. Diciamo riservato, sono buonista. Perché qualcun altro al mio posto avrebbe detto troppo impegnato per rispondere alle domande di una "giornalistina" tuttofare.
Non mi basta. Devo sapere cosa ha scritto e cosa ha interpretato Lorenzo Amato, mi serve per dargli uno spessore professionale più ampio delle percezioni personali sulla sua affabilità dialettica. Metto in moto il motore più famoso del mondo e clicco su un articolo della "Stampa", un'intervista a Lorenzo Amato e alla sua carriera.."nonostante mio padre". Sarà mica Giuliano Amato? E la conferma arriva dal secondo sito cliccato, dedicato ai figli d'arte. E allora ne avrei trovate di domande interessanti da fare..


martedì 13 novembre 2007

Franco Zaffini ha trascorso la notte a Tef.


PERUGIA - Esponenti politici della maggioranza sono pronti a scommetterci l'indennità di funzione. Il diretto interessato sicuramente minimizzerà. Il direttore di Tef, una delle emittenti umbre concentrate nel triangolo delle Bermude perugino (compreso tra Pila e San Sisto), sarà ascoltato come testimone e persona informata dei fatti.
Nella giornata del 13 novembre il consigliere regionale di Alleanza Nazionale Franco Zaffini ha superato la media giornaliera di apparizioni televisive della stessa capogruppo di Forza Italia a Palazzo Cesaroni, Fiammetta Modena, riuscendo ad accapararsi picchi di share politicamente scorretti. Il tutto su uno stesso canale televisivo, Tef appunto, e nel giro di appena 4 ore.
All'edizione del tg serale, ore 19, s'è conquistato uno spazio discreto nel servizio di Paola Constantini per fare una filippica sul congresso di An ad Assisi nel prossimo fine settimana, poi non pago di questo è stato ospite in studio durante il telegiornale. Con il direttore Migliosi ha parlato del caso Meredith, perchè il consigliere del Tricolore solitamente si reca in visita presso le carceri della nostra regione. (Da quanto c'è stato l'indulto e viste le peculiarità del sistema giudiziario italiano rappresentano uno degli spazi migliori per la campagna elettorale)
Nel carcere di Capanne Zaffini ha quindi fatto visita ad Amanda Knox, a Raffaele Esposito e Patrick Lumumba. E ha soggiornato nello studio del Tg per un buon quarto d'ora, il tempo di passare dalla bruschetta con l'olio nuovo al pasticcio di uova e prosciutto.

Non ancora soddisfatto, Zaffini ha fatto capolino anche a Gala Sport in seconda serata. Forse perché ha visto che il consigliere rifondarolo Stefano Vinti si è lanciato nella nuova ( e più popolar-simpatica) professione di commentatore sportivo. O forse perché oggi associare il ritornello della sicurezza allo sport è tres chic. Peccato che la cravatta del consigliere di An aveva una fantasia a scacchiera "daa roma", giallo rossa.
Insomma, per concludere questo tour mediatico sembra che Zaffini abbia addirittura dormito nella sala d'attesa dell'emittente televisiva.
In redazione non l'hanno fatto entrare, sai com è la connivenza tra stampa e politica ormai non fa più scalpore..

lunedì 12 novembre 2007

TRASIMENO EMERGENZA NAZIONALE (1)

PASSIGNANO - La salute del lago è tornata ad unire le mani di tutti gli attori della Comunità del Trasimeno: dal consigliere comunale all'onorevole, fino al ristoratore sotto casa, passando per il coltivatore diretto.
Questo in realtà é un messaggio occulto a lla musa di Report, Milena Gabanelli, anzi è un invito perchè venga a vedere se il lago TRasimeno è veramente minacciato da un bestione del cemento o se magari oltre ai 300 posti di lavoro messi a rischio dalla Fassa Bortolo siano a rischio anche quelli - e sono tanti - del sistema economico che gira strettamente intorno al quarto lago d'Italia. Se un milione di presenze possono bastare, anche solo per i due euro di cono gelato..
Centimetri e punto vita. Il lago è arrivato a quota 140 centimetri sullo zero idrometrico, oscillando tra i 137 e i 138. Occore fare un salto a ritroso di cinque anni per trovarci sulla strada grave della primavera 2003 con ben 173 centimentri sotto. Brutta annata in riva al lago. O ancora fare un salto indietro nel tempo di 32 anni, eccoci al 1975, con un record medio di quasi -122.
Le previsioni di Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e Urat sono ancora più cupe: tra dodici mesi ci troveremo a quota meno due metri sotto lo zero idrometrico, se le piogge della prossima stagione saranno scarse come nei mesi precedenti.
Ritenzione idrica. L'assessore socialista (social democratico pardon) Luciano Taborchi ha riportato alla memoria la pubblicazione di Walter Dragoni, commissionata nel 2004 dall'Assessorato Provinciale all'Ambiente, in cui da un'equazione algebrica emerge che ogni anno l'evaporazione ruba al lago un metro d'acqua, mentre i prelievi per usi irrigui circa 10 cm, moltiplicati per una lunga storia. Eppure nei secoli il lago era abitato da pescatori e contadini. Certo, il buco dell'ozono era una parolaccia, ma tant'è. Insomma, gli attingimenti dal lago per i irrigare i campi tornano ad essere il "bobo nero" del Trasimeno. Perchè è vero che la Provincia ha fermato i prelievi a più riprese e proporzionalmente al calare del lago, ma a detta del vice presidente dell'ente Palmiro Giovagnola esiste un "pacco di denunce penali alto così". Qualcuno - di spicco all'interno della Comunità del Trasimeno- ha perfino lanciato una caramellina al vetriolo, dicendo che la Comunità Montana, gestore delle pompe o che comunque le controlla, non svolge bene il suo lavoro, e che dall'entrata a regime delle condotte di Montedoglio saremo punto e a capo. "Chi ci garantisce che l'abusivismo non continui anche dal primo gennaio del nuovo anno? Non si potrebbero chiudere questi impianti e tagliare la testa al toro?"
Per ora - ha ribadito Giovagnola sulla scia di suo predecessori come il sindaco di Castiglione del Lago Carloia - per non indugiare ed avere chances per la prossima primavera, occorre riaprire una trattativa con il governo nazionale. In altre parole, per accedere ai fondi necessari alla messa in opera degli interventi richiesti a gran voce da associazioni di settore e sindacati. Ossia manutenzione delle sponde e draggio intensivo dei fondali. Robetta da 6 milioni di euro.
Scusate quanto avete detto che si risparmia con il taglio delle Montane?
(nella foto il presidente della Comunità Montana Trasimeno- Media Valle del Tevere e l'assessore regionale all'Ambiente Lamberto Bottini)

Tutti pazzi per "pallavoliste nude sotto la doccia"

aaa video cercasi
CASTIGLIONE DEL LAGO - Internet dei miracoli, non si perde una virgola delle nostre mosse. Se mai vi capitasse di essere coinvolti nel caso di un omicidio e di aver accidentalmente navigato - nelle ore precedenti - nella rete delle reti, non abbiate paura. Se non siete colpevoli il caro amico internet vi scagionerà senza alcun ombra di dubbio. Eccezion fatta per il computer di Alberto Stasi.
Ebbene, questo dato che scriverò è molto parziale e assolutamente tendenzioso, ma è impressionante la quantità di persone che accede alle pagine di "Trasìmeno Freestyle" attraverso "google", e per parole chiave di ricerca come "donna nuda doccia". Il 9,10% di ricerche scatta per "riprese sotto la doccia pallavolo", sempre il 9% per donne nude sotto la doccia", altrettanto per "video volley trasimeno nude" e "ragazze di castiglione sotto la doccia". Un pò meno, circa il 4 e il 5% per il più elegante e timido "pallavoliste nude" e il tecnicistico "video doccia dopo partita". Addirittura in un caso un utente ha cercato anche gli aspetti positivi del fare la doccia nudi. Io,personalmente la faccio con i miei amatissimi stivali verdi, ma non ve la consiglio se avete calzature dai colori instabili se vengono bagnate. Sicuramente ve la caverete più velocemente se vi godete il momento del bagno nudi, of course.
Il 22%, invece, ha cercato "Trasimeno Freestyle". Beh, in questo blog di donne nude e sotto la doccia non ne troverete, e dubito che nella rete troviate gratis qualcosa di piccante.

Sai mai però che non sia così.. se trovate qualche video "rubato" che ritrae la pallavoliste di Castiglione del Lago, ditelo a quelli del Corriere, stanno ancora cercando nel web qualcosa che gli somigli..

venerdì 9 novembre 2007

ERASMUS IN CARCERE

PERUGIA - Il gip di Perugia ha convalidato i fermi per i tre presunti responsabili dell'uccisione di Meredith Kercher, ed è stata disposta la custodia presso il carcere di Capanne.
Intanto, ieri la Procura della Repubblica di Perugia ha comunicato - a firma del procuratore Nicola Miriano - di aver aperto un fascicolo sulla fuga di notizie, dopo la pubblicazione sul Corriere della Sera dei verbali delle dichiarazioni di Amanda Knox.
Purtroppo quello che resta dell'immaginario morboso dei lettori e del pubblico - internazionale direi - è l'attesa per la fine della fiction, si proprio una commedia televisiva, un fotoromanzo. Aspettare che venga fuori il colpevole e il movente dell'omicidio.
Con la differenza che la protagonista principale - la vittima - non ha mai recitato e non potrà mai salire sul palco, dopo lo spettacolo, per lanciare i suoi "grazie" commossi agli applausi degli spettatori.
Ieri sera Marco Travaglio, urticante come una medusama oranismo prezioso nell'ecosistema mediatico , ha lanciato una bella pietra a forma di punto interrogativo sul giornalismo moderno:
"..una volta alla cronaca non si concedevano venti puntate di trasmissioni televisive o paginate di giornale come vediamo oggi- ha detto -. E quanto spazio ruba ( la cronaca) ai fatti che riguardano i soprusi del potere, della finanza, della politica?"
Travaglio è sempre molto tragico, non potrebbe essere altrimenti. Però ha ragione, siamo vittime di una dilagante Franzonizzazione.Forse davanti ai teatrini piuttosto prevedibili degli intrecci tra i tre poteri, per stuzzicare l'appetito di lettori e telespettatori servono le trame piccanti, il sangue e i delitti efferati.
Tanto, prima o poi diventeranno una fiction (vedi "La terza verità" su Rai due, con Enzo De Caro ispirato bonariamente al delitto Narducci).

mercoledì 7 novembre 2007

un campanello trans-genico.

Comunicazione di ..servizio. E che servizio.
PERUGIA- Quel dito che cade sempre lì, ad ogni ora della notte o del giorno. Passi per le ore pomeridiane, uno alla fine non ci fa più caso. Ma nel bel mezzo della notte infastidisce.
In uno dei palazzi della zona Bellocchio c'è un campanello, uno dei pochi direi, contrassegnato da un nome e un cognome. Un'etichetta firmata in mezzo ad un mare di sconosciuti che promettono chissà quali orgasmi e chissà quali piaceri. Roba grossa, in tutti i sensi.
La gente che approda al Bellocchio by night per la prima volta continua a suonare quel campanello attratta dalla fiducia di quel nome e cognome. Suona. Attende.

"Cazzo - rispondono ogni volta con un grido incazzato dall'altra parte del citofono - ma perché continuate a suonare qui?? Ancora non l'avete capito perchè è l'unico campanello con il nome?"
Evidentemente, nell'era dell'hi tech, della multimedialità anonima, per fare certe cose vedere un nome e un cognome sono ancora l'unica buona credenziale!
Nel frattempo, se potete, e se vi capita, evitate di citofonare ai campanelli firmati..

NON APRITE QUEL MICROFONO. Simil cronaca a telecamere nascoste di un'intervista piena di buone intenzioni.

(l'intervistato è Ics, un personaggio pubblico del comprensorio lacustre. Somiglia un pò a Mastella, un pò a Berlusconi, un a pò Cofferati. Con la sottile differenza che con la politica non ha niente a che fare, anzi.. eppure la infila anche nel pane col pomodoro..)
La premessa.
Ics: allora dobbiamo fare assolutamente un pezzo di sostanza, dai grandi contenuti, ultimamente la stampa pubblica tante boiate..E si comincia.

Domanda: Dai dati della Asl emerge che sono state strappate molte contravvenzioni nelle attività del Trasimeno, piccole somme per infrazioni esigue, ma volevo commentare i risultati con lei.. per capire.."
Ics: "Questi non hanno capito che se andiamo avanti così entriamo in un tunnel di non ritorno, e l'ultima mandata del 14 (ottobre, le primarie ndr) l'ha dimostrato pienamente, la politica dorme e le istituzioni fanno scelte sbagliate, pronte a far sborsare soldi a chi fatica a tirar giù la serranda la sera con otto scontrini".
Domanda: Ma veramente intendevo dire che forse.. la normativa dell'autocertificazione è troppo complessa da seguire per le piccole attività.. insomma sembra come se le imprese faticano ad aggiornarsi, e al primo controllo esce fuori qualche irregolarità..però devono pagare.. qual è la vostra posizione, il vostro ruolo?
Ics: "Beh io di autocerticaizone non so dirti molto (???) ma non posso dire che XXXXXX non si sia impegnata per la formazione degli associati. Sta di fatto comunque che sono sempre i più tartassati e blablablablablablablablabla, blablablablablablablablablablablablablablablablablabla, blablablablablablablabla, blablablablablablablablablablablablablablabla, blablablabla, blablablablablabla, blablablablablablalblabla. Bla.
Dopo due pagine di "bla" l'intervista si interrompe. (casualmente l'altro telefono squilla). Si trasformerà in 100 battute per grazia di Dio all'interno di un articolo molto più ampio in cui un sindacalista regionale spiega veramente come stanno le cose (ma non doveva farlo Ics?). E le attività del Trasimeno se la prendono nel di dietro per mancanza di comunicatività efficace.

Novembre. Un mese e qualche chiamata (non risposta) dopo.
Ics: "guarda, io ti ho chiamato per farti recuperare la cappellata che avete fatto"
...e cosa è stato fatto di tanto grave?
Ics:"non mi avete contattato per l'articolo uscito lunedi (che riportava solo la voce degli addetti ai lavori, ndr). Lo hanno fatto tutti"

...E si vede che i block notes e le bollette del telefono gliele passa la mutua! Per scrivere un pezzo che dice sempre le stesse cose di un anno fa, tocca abbattere non so quanti alberi e farsi il mutuo direttamente con la Telecom.
Ma questo non gliel ho detto. Perché alla fine ognuno fa il proprio mestiere.. e nel modo in cui riesce meglio..

PIATTI TIPICI DEL TRASIMENO: LA SALSICCIA ALLA SCHIUMA

Prima puntata dedicata alle "bellezze" della tavola umbra.
Con questo nuovo post si apre una rubrica che farà sicuramente venire l'acquolina in bocca a molti.
Anzi, addirittura l'acquolina salirà direttamente dai cibi. Come è successo con questo splendido esemplare di "salciccia" nostrana. Quale miglior boccone per coronare una dura giornata di lavoro e dalle temperature pungenti, se non il prelibato insaccato spalmato sul pane e fatto tostare nel forno?

Al Trasimeno abbiamo una ricetta tutta particolare: le salsiccie alla schiuma.

Semplice e veloce, è uno stuzzichino appetitoso: comperate una salsiccia dal vostro macellaio di fiducia. Chiedete esplicitamente delle salsiccie del Trasimeno, diffidate dalle imitazioni!

Cinque minuti di forno caldo a 180° e il piatto è servito.

La schiuma? se l'insaccato è made in Trasimeno si produce da sola sul cibo. Tante belle bollicine bianche che persistono anche nella fase del raffreddamento.
E l'acquolina è assicurata, direttamente sul piatto.

domenica 4 novembre 2007

Speechless about Meredith.

PERUGIA - E pensare che in quei primi due anni da universitaria fuori sede sono passata così tante volte per i giardini, per strade e vicoli illuminati dal bagliore della luna, in compagnia del mio solo respiro. Tenevo il cellulare stretto nella mano destra, pronta a pigiare con forza il tasto numero 5 (lchiamata di pronto intervento 112) se qualcuno si fosse messo sul mio stesso cammino con cattive intenzioni. Ma il desiderio di lasciarmi alle spalle la solitudine e una stanza piena di sogni era tanto, molto più forte della paura di un'aggressione notturna. Era la Perugia prima del millennium bug.

A distanza di sette anni, nelle prime ore di un venerdi qualunque una studentessa inglese di ventidue anni, Meredith Kercher, viene trovata morta nella propria stanza dalle coinquiline, un appartamento a 200 metri dal centro cittadino. Era nascosta sotto il materasso, il piedino bianco che usciva da quel cumulo di stoffa e uno squarcio alla gola che le ha tolto la vita barbaramente, imponendole il silenzio per l'eternità. E senza alcuna possibilità di riscattare la propria dignità umana infangata dalla brutturia e dalla crudeltà.
A distanza di due giorni da questo evento che - ancor più di tragico - ha dell'assurdo, spunta un cartello sulla porta dell'ateneo dove studiava la vittima. "Affittasi camera, preferibilmente a ragazze inglesi".

Al di là dell'intenzione specifica del gesto e di chi ha affisso il manifesto, c'è solo vergogna. E amarezza.


PERCHè AL TRASIMENO VINCE LA SINISTRA? TUTTA COLPA DEL PUNTO "G".

Ci voleva il nostro Silvio per svelare un antico arcano storico- politico che interessa l'area lacustre. In verità, credo che l'ex premier abbia letto il saggio "Sesso, moda e potere" edito della Meltemi Editore (2005) e firmato da Valerie Steele prima di uscire con la sua perla di saggezza moderna alla Fiera dell'Antiquariato di Verona. Se vi capita, dategli un'occhiata, anche solo per azzeccare un regalino ad una tipa che vi interessa. Magari rimediate..ops!
I fatti. Silvio Berlusconi, in visita nella città di Romeo e Giulietta, regala un "gingillo" in oro e corallo alla moglie del vice sindaco della città, Alfredo Mocci, acquistato appunto alla Fiera antiquaria che si svolge presso l'Arsenale.
"Ho scoperto il punto G nelle donne" - tenta di fare un umoristico outing Silvio. E aggiunge: "è l'ultima lettera della parola shopping".

E bravo. L'ho sempre detto che Berlusconi è il guru della comunicazione post anni '80.

Il punto. Ora, considerato che Mocci è dell'area centrista, e che una donna riesce difficilmente a restirere all'aplomb di un siffatto giuoiellino, alla luce delle tesi supportate da Valerie Steele, per inferenza si può arrivare a carpire il messaggio subliminale del Berlusca. Eccole le donne e lo shopping, e la loro capacità di sedurre gli uomini attraverso il piacere di un oggetto nuovo di zecca da esibire al partner. E'una soddisfazione sublime, dolce e timorosa insieme, quella dell'acquistare un capo, un paio di scarpe o un gioiello (anche quelli di Carina e Donna + da "du' euri"). Lo shopping rende scoppiettante la femminilità e riesce a farti sentire, in quei cinque minuti del pagamento alla cassa, come la più desiderabile delle geishe. Dal punto di vista politico, però, il consumismo è generalmente di destra, nonostante vi siano casi encomiabili che sfatano questo luogo comune. Bertinotti? Troppo lontano, si può fare un piccolo tour tra gli armadi di amministratori e politici lacustri. Appunto, é un luogo comune, perchè molti cosiddetti comunisti si vestono bene, alla moda, e non disdegnano i capi firmati di buona qualità. Almeno sono sicuri che non li ha confezionati un bambino all'interno di un tugurio.
Il Trasimeno. Come butta in riva al lago in materia di shoppinG? Male, malissimo. I negozi cool si contano sulle dita di una mano, poi i conti continuano nel portafoglio. Rischi di comprare un vestito in maglia a 70 euro, con tanti complimenti della proprietaria che te lo vende ("vedrai che torni a comprarne altri, è un filo ottimo") e poi trovarti con un autentico brencio di Prato, che ti si appalluccola solo a guardarlo. E non raccoglie nemmeno la polvere se lo passi sul pavimento.
O ancora, per non sbagliare, c'è la moda Denny Rose. Il brand di Carpi ha invaso decine di negozi del Trasimeno, fino a quelli periferici. E' presente in ogni centro storico almeno in due punti vendita (praticamente gli unici). Addirittura da labili voci di corridoio si dice che in alcuni Comuni sia stato creato un programma di turni per vari abbinamenti vestimentiari, tanto per non vedere la gente vestita tutta uguale.
Insomma, se seguiamo la tesi lanciata dal Silvio, quel gaudente punto "G" al Trasimeno è un miraggio, ed è per questo che il popolo voterebbe a sinistra. Quello femminile perchè non appagato a sufficienza, e quello maschile, per effetto indotto, perchè non soddisfatto della femminilità non appagata della propria partner. Senza contare che la segreta vanità maschile è costretta comunque a votarsi alle forme minimaliste di comunismo, in mancanza di una valida alternariva estetica che rimandi alla destra.

E allora, cari detrorsi, datevi da fare, aprite qualche bel negozietto trendy prima di ricandidarvi alle prossime amministrative. Un punto vendita che ci salvi da questa massa conformista di toppettini, magliettine in pessima lycra e pantaloni in gabardine della peggior fattura. Magari, dal prezzo politicamente corretto..

giovedì 1 novembre 2007

PALLAVOLISTE RIPRESE NUDE SOTTO LA DOCCIA A CASTIGLIONE: analisi semiotica e storia di una buca giornalistica.

CASTIGLIONE DEL LAGO - La vita di redazione è fatta di buche: date, subite, inferte o evitate. Quando qualche collega della concorrenza ti "dà una buca" ti dispiace ma prima o poi capita l'occasione di rifarsi. Basta saper attendere e drizzare le antennine più del solito.

Da buona osservatrice (fare la giornalista è un passatempo ma quel viziaccio d curiosare non l'ho mai perso), propongo un piccolo excursus di natura semiotica sulla stampa umbra. Esemplare quanto basta per capire il modo di lavorare di certe testate (direttore scusi dov'era e se c'era cosa stava facendo?) e di certa gente (ma per dirsi giornalista bisogna saper scrivere, saper trovare le notizie o entrambe le cose?) e di quale giovamento trarre da questo exemplum.
Oggetto: In un palazzetto del Trasimeno un minorenne è riuscito a filmare con il proprio telefono cellulare alcuni attimi del dopo partita di un torneo di pallavolo femminile..mentre le proprie beniamine stavano facendo la doccia.
La notizia è apparsa mercoledi 24 ottobre su Il Giornale dell'Umbria, nel quale non si specificava il comune dove è avvenuto il fatto e che a dare conferma dell'accadimento era stato il genitore di una delle ragazze riprese. Nel corpo dell'articolo si spiegava sommariamente come il ragazzo malandrino fosse riuscito nell'impresa e come fosse venuta a galla la faccenda. Nei due giorni successivi il redattore ha poi aggiunto che non sarebbe stato detto il luogo di riferimento per tutelare la privacy già lesa delle ragazze, e sono state riportate le posizioni di condanna dei presidenti delle società lacustri e di tifosi della volley. Poi il caso è finito lì. Venerdi 26 è La Nazione Umbria ad occuparsi del caso. Il portavoce della Sirio (mi perdoni se sbaglio squadra) Enzo Beretta non poteva stare in silenzio e ha detto esplicitamente che si trattava del palazzetto e della squadra di Castiglione del Lago. Fronzoli del caso, la storia rimane quella. E finisce lì.
Scoop colossale martedi 30 ottobre sul Corriere dell'Umbria: "Pallavoliste nude sotto la doccia", e - oltre alla fantasia del titolo già usato dal primo giornale che ha sfornato la notizia - aggiunge che in internet sarebbe finito un filmato del fatto. Poi si legge invece che il video è stato girato sugli spalti e il cui protagonista sarebbe stato .. il di dietro di una ragazza dai jeans a vita bassa. Par bleu! Anzi lasciatemelo dire sti c.. No. questo è un blog serio.

Analisi del caso: secondo il dizionario di italiano Devoto - Oli lo scoop è "la pubblicazione in esclusiva di una notizia importante". Quindi se il Giornale ha lanciato il fatto prima di tutti e la Nazione ha specificato dove si era svolto, per una concezione ingenua di professionalità giornalistica sarei portata a dire alle altre testate di non toccare l'argomento e lasciarlo scivolare via insieme alle foglie dell'autunno. Insomma, una forma elegante di schivare le "buche".
Nell'analisi semiotica degli articoli giornalistici si parte dal titolo per valutare, rispetto ad un fatto unico e circoscritto, quali aspetti sono enfatizzati nel testo. A parte che spesso tra i due elementi testuali - titolo e corpo - non c'è una esatta pertinenza, in questo caso il Giornale ha puntato sull'aspetto pragmatico del gesto compiuto dal minorenne - la ragazzata che però ha conseguenze lesive sulla sfera privata altrui e passibile di denuncia ; la Nazione ha enfatizzato l'aspetto comunicazionale (definizione del prof. Rosetti) dell'evento, riportando la reazione dei soggetti danneggiati che si sono recati dai carabinieri per la denuncia.
Il Corriere? Ha semplicemente sintetizzato le fonti reperite dalle due testate Giornale e Nazione per fonderle in una bufala. Sostenendo che il video era stato girato a ottobre scorso - quando invece risulta per certo registrato a settembre e le modalità di realizzazione lo confermano - e supportando come novità rispetto alle uscite degli altri giornali che c'era un video in internet. Si, sui jeans di una tifosa seduta tra le gradinate.


Conclusioni: Al di là della partigeneria di cui potrò essere accusata (spudoratamente) in quanto informata dei fatti e collaboratrice de Il Giornale, credo che per fare i giornalisti sia necessario ma non sufficiente saper mettere in fila due o tre parole, evitando certamente gli anacoluti alla Baccarelli. Perché il vero giornalista le notizie se le va a cercare, possibilmente senza inventarle e copiarle. Poi si sa, la verità è mobile come le donne.
Soprattutto, il buon giornalista accetta le buche degli altri con discrezione e positività, senza dover forzatamente partorire bufaline per recuperare. Ma tutto questo, forse, per alcuni è marginale, l'importante è insegnare ai propri studenti e collaboratori che si può fare il mestiere ricopiando il lavoro degli altri, spendendo la metà del tempo e delle energie dei pubblicisti più coglioni.
Ma una volta i coglioni non erano quelli che votavano a sinistra?