domenica 4 novembre 2007

PERCHè AL TRASIMENO VINCE LA SINISTRA? TUTTA COLPA DEL PUNTO "G".

Ci voleva il nostro Silvio per svelare un antico arcano storico- politico che interessa l'area lacustre. In verità, credo che l'ex premier abbia letto il saggio "Sesso, moda e potere" edito della Meltemi Editore (2005) e firmato da Valerie Steele prima di uscire con la sua perla di saggezza moderna alla Fiera dell'Antiquariato di Verona. Se vi capita, dategli un'occhiata, anche solo per azzeccare un regalino ad una tipa che vi interessa. Magari rimediate..ops!
I fatti. Silvio Berlusconi, in visita nella città di Romeo e Giulietta, regala un "gingillo" in oro e corallo alla moglie del vice sindaco della città, Alfredo Mocci, acquistato appunto alla Fiera antiquaria che si svolge presso l'Arsenale.
"Ho scoperto il punto G nelle donne" - tenta di fare un umoristico outing Silvio. E aggiunge: "è l'ultima lettera della parola shopping".

E bravo. L'ho sempre detto che Berlusconi è il guru della comunicazione post anni '80.

Il punto. Ora, considerato che Mocci è dell'area centrista, e che una donna riesce difficilmente a restirere all'aplomb di un siffatto giuoiellino, alla luce delle tesi supportate da Valerie Steele, per inferenza si può arrivare a carpire il messaggio subliminale del Berlusca. Eccole le donne e lo shopping, e la loro capacità di sedurre gli uomini attraverso il piacere di un oggetto nuovo di zecca da esibire al partner. E'una soddisfazione sublime, dolce e timorosa insieme, quella dell'acquistare un capo, un paio di scarpe o un gioiello (anche quelli di Carina e Donna + da "du' euri"). Lo shopping rende scoppiettante la femminilità e riesce a farti sentire, in quei cinque minuti del pagamento alla cassa, come la più desiderabile delle geishe. Dal punto di vista politico, però, il consumismo è generalmente di destra, nonostante vi siano casi encomiabili che sfatano questo luogo comune. Bertinotti? Troppo lontano, si può fare un piccolo tour tra gli armadi di amministratori e politici lacustri. Appunto, é un luogo comune, perchè molti cosiddetti comunisti si vestono bene, alla moda, e non disdegnano i capi firmati di buona qualità. Almeno sono sicuri che non li ha confezionati un bambino all'interno di un tugurio.
Il Trasimeno. Come butta in riva al lago in materia di shoppinG? Male, malissimo. I negozi cool si contano sulle dita di una mano, poi i conti continuano nel portafoglio. Rischi di comprare un vestito in maglia a 70 euro, con tanti complimenti della proprietaria che te lo vende ("vedrai che torni a comprarne altri, è un filo ottimo") e poi trovarti con un autentico brencio di Prato, che ti si appalluccola solo a guardarlo. E non raccoglie nemmeno la polvere se lo passi sul pavimento.
O ancora, per non sbagliare, c'è la moda Denny Rose. Il brand di Carpi ha invaso decine di negozi del Trasimeno, fino a quelli periferici. E' presente in ogni centro storico almeno in due punti vendita (praticamente gli unici). Addirittura da labili voci di corridoio si dice che in alcuni Comuni sia stato creato un programma di turni per vari abbinamenti vestimentiari, tanto per non vedere la gente vestita tutta uguale.
Insomma, se seguiamo la tesi lanciata dal Silvio, quel gaudente punto "G" al Trasimeno è un miraggio, ed è per questo che il popolo voterebbe a sinistra. Quello femminile perchè non appagato a sufficienza, e quello maschile, per effetto indotto, perchè non soddisfatto della femminilità non appagata della propria partner. Senza contare che la segreta vanità maschile è costretta comunque a votarsi alle forme minimaliste di comunismo, in mancanza di una valida alternariva estetica che rimandi alla destra.

E allora, cari detrorsi, datevi da fare, aprite qualche bel negozietto trendy prima di ricandidarvi alle prossime amministrative. Un punto vendita che ci salvi da questa massa conformista di toppettini, magliettine in pessima lycra e pantaloni in gabardine della peggior fattura. Magari, dal prezzo politicamente corretto..