domenica 22 marzo 2009

L'(in)editoriale- L'addetta stampa ignorante (nel senso che ignora)

Perugia

Lo so, un giornalista deve fare nome e cognome. Ma questa è una simil-redazione e facciamo come ci pare (finché ce lo consentono). Quindi chi vuol capire capisca..
In un noto hotel di Perugia, dove spesso avvengono concerti ed eventi musicali (non a caso ha una sala apposita) è stato presentato il singolo di una talentuosa giovane, figlia del Trasimeno. Ossia, per intenderci - a scanso di equivoci - figlia delle terre lacustri, quindi di una provincia, quella di Perugia, che lascia tanto spazio alle fantasie ma ammazza le ambizioni incerte. La ragazza ha stoffa, e lo ha dimostrato in molte occasioni: per chi proprio non fosse riuscito a sentire la potenza delle sue corde vocali, per alcune settimane è stata anche nella tv nazionale. E lì chi non voleva sentire lo ha fatto per forza: merita.
Eppure, nonostante tutto questo clamore e il successo, l'addetta stampa che ha curato il suo ultimo evento canoro in quel di Perugia ha avuto il coraggio di dire ad alcuni amici della "giovine talentuosa": "Beh però ha una bella voce eh?"
Della serie : Non è mai troppo tardi per capire, soprattutto se ti pagano per questo.

SANTA MARIA DEI SERVI RIAPRE AL PUBBLICO CON UN NUOVO MUSEO DIOCESANO

Inaugurato il primo Museo Civico Diocesano di Città della Pieve- "Un punto di riferimento per tutta l'Umbria" - Ospiti illustri per il taglio del nastro e un pizzico di colore per un intervento inaspettato.

Città della Pieve

Il testo ufficioso. Seven seconds. Sette secondi ciascuno: questo era il tempo previsto per ciascuno degli illustri e numerosi relatori che sarebbero intervenuti all’inaugurazione del Museo Civico Diocesano presso la Chiesa di Santa Maria dei Servi. E di nomi importanti ce ne erano sabato pomeriggio in prima fila. Qualcuno, per impegni dell’ultimo minuto, è mancato all’appello degli invitati, ma l’evento è stato di clamore senza alcun dubbio.
L’aspetto più piacevole forse, oltre ad un parterre di ospiti patinati, è stato vedere gli occhi soddisfatti di tanti pievesi: per chi non aveva mai visto Santa Maria dei Servi è stata una sorpresa; per chi l’aveva vista l’ultima volta nel 1990 – prima dell’avvio dei lavori – un gradito ritorno.
Personalmente, mi sono lasciata avvolgere dalla luce mistica della Chiesa prima ancora che me ne rendessi conto. Aspetto però di godermela completamente vuota e in religioso silenzio, uno dei prossimi giorni.
Infine, in questa fulgida atmosfera - che univa la Lorenzetti a Chiaretti, i labari dei Terzieri pievesi alle spiegazioni tecniche dei progettisti - c’è stato l’intervento di Valerio Bittarello, esperto di storia locale, che ha colto tutti di sorpresa. Vuoi perché ha superato i famosi “seven seconds” concordati per far parlare tutti senza annoiare il pubblico, vuoi perché non era previsto, vuoi perché ha arricchito con un tocco di colore il complesso degli interventi precedenti. La sfumatura più simpatica della relazione di Bittarello è stata in fase di chiusura, quand rivolgendosi a Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, ha detto “perché vedete, se il mio amico Alberto gode, godo anche io. Io sono per una filosofia del piacere..” E forse, lasciatemelo dire, posso solo immaginare che qualcuno degli illustri invitati in prima fila abbia avuto un leggero fremito. Chapeau Valerio.


Il testo ufficiale. La Chiesa di Santa Maria dei Servi riapre le porte al pubblico dopo quasi venti anni, e lo fa in grande stile per l’inaugurazione del Museo Diocesano ospitato nel piano sotterraneo. Ieri pomeriggio l’occasione ha richiamato un bagno di folla di Città della Pieve e non solo. Oltre agli ospiti illustri intervenuti – l’Arcivescovo Chiaretti, il Vicario Generale dell’Ordine dei Servi di Maria Azzalli la governatrice Lorenzetti, la Soprintendente Vittoria Garibaldi, il direttore degli Uffizi Antonio Natali, per citarne alcuni – tra le autorità presenti c’era anche Stefano Cimicchi, amministratore unico dell’Apt dell’Umbria. Del resto è significativo l’intervento del sindaco Claudio Fallarino, nel ricordare che Città della Pieve da ieri è diventata “ancor più città, perché si è dotata di un proprio museo e costituisce a maggior titolo un ulteriore punto di riferimento per l’intera Umbria”. Il Museo Diocesano del Santa Maria dei Servi sarà inserito nei percorsi museali della Città del Perugino, ma dalla sua inaugurazione si punta già a farlo diventare un veicolo di promozione regionale. “Il restauro della Chiesa dei Serviti – ha spiegato il primo cittadino nel suo saluto -, che dal 1860 è divenuta di proprietà comunale, deve far sì che questo bene patrimoniale diventi un punto di riferimento e di richiamo. La denominazione di Museo Civico Diocesano sta a significare l’incontro positivo di due istituzioni, amministrazione comunale e Diocesi di Perugia- Città della Pieve, che hanno così sancito un comune percorso volto alla conservazione e valorizzazione del nostro ingente patrimonio”. E importante è stato anche l’impegno finanziario (con la partecipazione della Regione) per il restauro della Chiesa, iniziato nel 1990 e suddiviso in due stralci, motivo per cui in venti anni è rimasto un tesoro “nascosto”agli occhi di molti pievesi. Il Museo Civico-Diocesano si trova nei locali del piano sotterraneo, nel Rinascimento adibiti come coro inferiore, e più recentemente cantina. In un ambiente suggestivo, dove il soffitto a volte abbraccia un’illuminazione moderna, si possono ammirare otto dipinti olio su tela, tra i quali anche un noto Circignani, provenienti dalla Cattedrale, e dal Santuario della Madonna di Fatima di Città della Pieve e dalla Chiesa di San Leonardo situata nel borgo di Salci. Tutti datati tra la seconda metà del XVI secolo e i primi del XVII. A questi se ne aggiungeranno altri, come dimostrano alcuni piedistalli vuoti. Nella Chiesa - collegata al sotterraneo con un ascensore - sono stati eseguiti interventi di consolidamento statico e architettonico, e di recupero su stucchi,intonaci, pitture dell’altare, riportati all’antico splendore. Ora che “la Chiesa è tornata nel suo spirito”, ha ricordato la Soprintendente Garibaldi, inizia il conto alla rovescia per il prossimo taglio del nastro: prima il Museo Naturalistico e poi la Rocca Medievale, sede del Sistema Museale Territoriale e la Rete di Accoglienza Turistica.

venerdì 20 marzo 2009

Non svegliare il ca..rabiniere che dorme

Passignano

D'accordo che consigli comunali non siano davvero il massimo del divertimento - eccezion fatta per quelli di Castiglione del Lago dove la gente viene più per assistere al teatrino politico che per la trattazione dei punti all'odg. Ma riuscire a far addormentare anche un militare, abituato a strenui servizi d'ordine pubblico, è davvero troppo.
Nell'ultima seduta dell'assise passignanese i pochissimi presenti hanno potuto assistere ad un curioso episodio, molto probabilmente non visibile dalla parte dove siedono i consiglieri: un militare in servizio si è addormentato sulla sedia. E nonostante la posizione precaria, c'ha preso talmente tanto gusto da russare pure.
Diceva Andreotti: "Il potere logora.." Sì. Ma fa pure venire sonno..

giovedì 5 marzo 2009


martedì 3 marzo 2009

Rilevatori di velocità off limits per il Ministero

Castiglione del Lago

Si può far rispettare il limite di velocità con apparecchiature di rilevazione ritenute illegali dal Ministero dei Trasporti? A quanto pare, sulle principali strade extraurbane del Trasimeno, la risposta è affermativa. Sotto la lente finiscono i dispositivi per il controllo della velocità, quindi dissuasori e rilevatori di ultima generazione che mostrano anche quanti punti verranno decurtati dalla patente. Il Ministero però avverte: in assenza dell’operatore di polizia si può ipotizzare l’omissione d’atti di ufficio. Così alcuni comandi di Polizia Municipale, tra i quali quello castiglionese, stanno facendo marcia indietro per rimuovere le apparecchiature tanto discusse. Dispositivi del genere se ne trovano lungo la sr 71 Umbro Casentinese: l’impianto semaforico operante per ogni senso di marcia nel centro di Moiano, che fa scattare il rosso ogni volta che il sensore collocato 200 metri prima rileva il superamento dei limiti consentiti, il rilevatore di ultima generazione all’intersezione con la sp 310 di Paciano, e quelli posizionati alle porte di Castiglione del Lago. Poi, sul versante della sr 599 gli ultimi rilevatori sono quelli di Casenuove di Magione, posizionati un anno fa. Anche in questo caso segnalano all’automobilista velocità e punti a rischio sulla patente. Eppure, stando ad una nota del Ministero dei Trasporti tutti questi dispositivi sono da considerarsi illegali perché non rientrano tra le apparecchiature soggette ad approvazione da parte del dicastero, ai sensi dell’art.45 del Codice della Strada e del regolamento di attuazione (dpr.495/1992). Già nel 2005, il Ministero in una nota di risposta al Comune di Treviso aveva specificato che “gli attuali dispositivi di controllo della velocità non possono essere adoperati in assenza dell'operatore di polizia”. A togliere dubbi è una seconda nota del Ministero datata 13 dicembre 2007. In questa comunicazione si legge che “i dispositivi di rilevazione finalizzati unicamente a visualizzare la velocità dei veicoli in transito non sono ricompresi tra quelli elencati dal vigente regolamento, e dunque non possono essere soggetti ad approvazione”e poi evidenzia che “la rilevazione di violazioni dei limiti di velocità di cui all'art. 142, senza che vengano comminate le relative sanzioni, potrebbe configurare l'ipotesi di omissione di atti d'ufficio a carico delle amministrazioni procedenti”. Da qui parte la corsa ai ripari di alcuni Comandi di Polizia Municipale del comprensorio, che stanno valutando bene l’opportunità di tenere ancora in piedi gli apparecchi. Perché in questi casi l’automobilista ne sa una più del diavolo.
Dove vai se la pistola non ce l’hai?
Lo strano caso della rapina alle Poste di Castiglione del Lago.


Castiglione del Lago

Partiamo dalle ultime rapine negli uffici postali del comprensorio. Nel migliore dei casi sono state messe a segno da rapinatori solitari armati di un semplice taglierino. Altrove, laddove c’è stato l’impiego di un’arma, è stata o infagottata da una sciarpa, o nascosta sotto qualche abito o ancora con il dubbio che forse era una pistola giocattolo.
Lunedi mattina, ore 10, un commando di cinque uomini sono entrati in azione negli uffici delle Poste del capoluogo entrando per il bocchettone dell’aria condizionata. Dal solaio, alla stregua di veline, sono scivolati già per il tubo sbucando appunto nella parte degli sportelli riservata al personale. Hanno tolto il disturbo in una decina di minuti, portandosi dietro circa 120 mila euro, quasi tutte pensioni.
Due persone si sono sentite male, testimonianze e altri particolari futili su questo colpo grosso. I rapinatori si sono dileguati nel nulla, e pensare che esternamente l’impianto non ha neppure le telecamere. In pratica questi 120 mila euro glieli hanno regalati..
C’è però un dubbio. Mentre un postino mi ha detto che i cinque uomini non erano affatto armati, le forze dell’ordine hanno detto di si. Ma erano vere o false le pistole? “Mica ce l’hanno fatte visionare”..mi è stato risposto.
La risposta secondo un dipendente delle Poste: “Beh come avresti giustificato che sono stati dati 120 mila euro a cinque uomini incappucciati..senza neanche un’arma..
Inizio a credere che i “ladruncoli” di un tempo in realtà abbiano una laurea alla Sorbona. Con una "testa" così, chi te lo fa fare di lavorare e incazzarti con gli altri? In dieci minuti il cachet di un lustro.