domenica 11 maggio 2008

"Mi dimetto perché devo partire per una missione umanitaria"

Arrivano le star della tv locale.
La simil redazione si meraviglia fortemente (come soleva dire un very tuscan prof di latino) per un episodio di dimissioni. Perché se è vero che in amor tutto è lecito, anche nel business non si scherza con le scuse esilaranti. E come sempre, vada come vada, sono quelle accompagnate dalla ricetta medica.
Ci sono alcune varianti del tipo: "faccio tardi perché mi si è rotto il differenziatore autobloccante". Avete presente quel nome che compariva in due quiz su tre alle lezioni di scuola guida? Tanto il tuo capo non saprà mai cosa è un differenziatore, e visto che non lo sai neppure tu, tanto vale buttarla là così, senza troppe spiegazioni. Ma per la svogliatezza primaverile l'enciclopedia medica fornisce molti spunti su cui impressionarsi a tal punto da credere veramente di stare male.

Le pagine più esilaranti spettano alle scuse delle dimissioni. Intanto per "dimissioni" intendiamo la domanda che un dipendente, o collaboratore, presenta al suo superiore per abbandonare il lavoro; domanda in genere motivata ed accettata. E suppone anche delle ragioni valide in logica. Altro capitolo sono i colpi di testa e di cuore, ma non in questo caso non ci interessa.


Succede che una giovane aspirante giornalista - talmente aspirante da dimenticare che la prima regola del giornalismo è l'attendibilità delle fonti - fa presente al suo capo che non può più prestare attività giornalistica presso l'emittente perché la madre sta molto male e quindi lei ha bisogno di un contratto più remunerativo. "Ho avuto contatti con un giornale di Arezzo, farò quello". Sai che dolore specchiarsi solo in una firma anonima, scialba, da meditazioni kantiane. Nella redazione cala un velo di preoccupazione. I disagi familiari, specialmente di salute, toccano sempre il cuore, figuriamoci se ci va di mezzo mammà. La giovane aspirante è arruolata tra le file della tv dallo scorso inverno e ha già avuto molte occasioni di dimostrare una sua curiosa.. affezione per il tubo catodico e quella particolare sindrome compulsiva da "compaio in tv quindi esisto".

Strano a dirsi, qualche giorno dopo questo outing sul grave stato di salute della mamma, l'aspirante giornalista si trova ad andare in giro con un operatore di riprese di un'altra emittente della provincia, pimpante e allegra come non mai. E all'insaputa dei suoi ex colleghi di lavoro.

Non c'è che dire.. la tv fa miracoli. Anche per la salute della gente: cura il disagio mentale e aiuta a ritrovare il giusto equilibrio di flora batterica nella propria integrità intellettuale.
L'importante è metterci la faccia, anche se ci volano sopra le mosche.