domenica 17 febbraio 2008

Quando l'immondizia ce l'abbiamo dentro..

Ogni anno ciascuno di noi butta via 27 chili di cibo (dati Adiconsum). Vuoi perché abbiamo comprato le famose 5 mozzarelle Santa Lucia al prezzo di tre, ma ne abbiamo mangiate solo due, morbide in bocca come la gomma del pallone. Vuoi perché sul banco salumeria c'era in offerta il prosciutto cotto della serie "ogni due etti un bicchiere" e abbiamo voluto fare il servizio da 6 prima che venisse a cena la cognata. Vuoi perché l'ultima ricetta fantasiosa pubblicata su Marie Claire ci ha solleticato la fantasia e alla fine il piatto esotico è finito nel secchio, come dire.. tout court.
Insomma, al Trasimeno, delle 4 mila tonnellate che in tutto il Bel Paese finiscono in busta pronte per il cassonetto, se ne contano circa 1800. Il risultato di 27 chilogrammi a testa moltiplicato per 70 mila, tante quante sono le teste stimate in tutto il comprensorio lacustre.
E allora, amici eco- chic di Trasìmeno Freestyle, eccovi alcuni buoni consigli per gli acquisti. Politicamente corretti (ricordiamo sempre che c'è la par condicio), fashonisti quanto basta ma soprattutto molto utili per non trasformare il frigo in una pattumiera con l'aria condizionata, l'armadio in un laboratorio abusivo di stracci made in china e per non ammassare sacchi e sacchi di 'mmonnezza fuori di casa, lungo le strade, dietro i cassonetti dei rifiuti ed infine nella discarica (di Borgigliglione).

Alimentari: tutta colpa delle "veline". Vi occorre un etto di prosciutto e vi recate al vicino supermercato, dove potete scegliere tra decine di qualità, alcune con prezzi tali che quasi ve li tirano i salumi. Per un etto di roba - che verrà consumato nel giro di una serata o comunque nell'arco di 15 ore- vi consegnano un involucro composto di: due fogli di carta per alimenti con pellicola estraibile su un lato, apposti uno sopra l'altro con in mezzo 5 fette di prosciutto, una velina per separare la metà delle fette (ma 5 è un numero primo?!), una busta rivestita in materiale simile al tetrapak che dovrebbe mantenere l'alimento fresco ma soprattutto come appena tagliato anche il giorno successivo. Risultato finale: per cinque fette di prosciutto vi trovate la pattumiera mezza piena. Alla faccia del venditore sotto casa, a cui chiedete un etto, ve ne taglia due e consuma solo un foglio di carta per alimentari, senza neanche velina.

Acqua del rubinetto? No grazie. Lo sapete che l'acqua che viene da Nocera e Cannara è la stessa che comperate al supermercato? Anzi, in alcuni casi è addirittura meglio. Vi consiglio di rubare mezz'ora del vostro tempo e visitare il sito della Umbra Acque e degli Acquedotti perugini (al momento ho un lapsus sul nome) per fare le considerazioni che merita un serio raffronto. Guardate il residuo fisso e altri parametri. Il problema semmai è che quando l'acqua del rubinetto ci arriva tra le mani deve passare per un sistema di tubazioni e tubicini che porta con sè tante belle cose. Addolcitore docet. Se proprio non volete bere l'acqua che vi rovina gli impianti domestici per troppo calcare e (per una manciata di sabbia), potete convertirvi alle bottiglie in vetro. Comode, gradevoli e dello stesso costo di quelle in plastica. Ci sono delle ditte che passano porta a porta e vendono la marca che più vi aggrada. Una di queste si trova ad Acquaiola Gratiano: il nome è già una garanzia.
Saldi off limits. La migliore cosa durante le svendite è comprare poco. Le bene informate riescono a fare acquisti intelligenti cogliendo in pieno le tendenze per la prossima stagione calda o fredda, ma il più delle volte si finisce col comperare maglioncini che si riempiono di buchi durante il periodo estivo o capi di abbigliamento che si deteriorano appena varcate la soglia del negozio in cui li avete comperati. E questo, spesso, per pochi euro di sconto. Per non parlare dei negozi cinesi e delle catene low cost, che dico, hard discount dell'abbigliamento. In questi store potete trovare magliettine ad un euro che, una volta indossate, vi regalano quel gradevole odore di renna dopo appena due ore. Alla fine della stagione, disperate, siete costrette a buttarle vie o a fare un gesto di estrema solidarietà alla caritas. Che ve le tira dietro perché mica vuol fare venire la dermatite da contatto ai suoi assistiti. Cosa c'entra la dermatite ed eczemi vari? Non ricordate lo scandalo dei capi made in china di tre anni fa? Migliaia di magliette e capi di vestiario trattati con sostanze coloranti cancerogene.
Se non ci finisce la maglietta nella pattumiera, ci finite voi.