domenica 2 dicembre 2007

PER FARE SUCCESSO ALLA FINE è MEGLIO ESSERE CONTADINI - parola dei Baustelle

(.. arrivano anche le immagini..be patient)
TORRITA - La Festa della Toscana, dedicata ai giovani ingegni (alla corte di Lorenzo Il Magnifico, aggiungo io) ha fatto tappa a Torrita con una serata da special guest. Gli ospiti d'onore erano i Baustelle, visto che il loro chitarrista Claudio Brasini, è un torritese. L'unico ad essere originario di una città che fa comune, poiché gli altri provengono addirittura da frazioni di Montepluciano , cioé Abbadia, degnamente rappresentata dal cantante Francesco Bianconi, e Acquaviva con la seconda voce al femminile e sguardo di ghiaccio, Rachele Bastrenghi. Nessun dubbio però sull'essere fuori dal comune.. per tutti e tre. Studenti universitari che nel 1994 danno vita a questa formazione e dopo nove anni e tre album si trovano in vetta con "La Malavita" e un produttore storico del rock italiano come Carlo Ugo Rossi. Dimeticavo, Francesco Bianconi, oltre ad essere "the voice" dei Baustelle è anche l’autore di “Bruci la città”, la chiacchierata e fortunata canzone della toscanissima Irene Grandi. Francesco, naturalmente dà voce alle canzoni e al Baustelle - pensiero..
La "provincia", ragazzi, con quel suo bagaglio di storie di miserevole nobiltà, quanto ha inciso nel vostro percorso?
Francesco: Purtroppo è piurttosto difficile emergere da una realtà provinciale, è più duro che vivere in una grande città: sembra banale ma è ancora così. Esistono in provincia realtà interessanti sia sul piano intellettuale che artistico, ma allo stesso momento è come se si formasse una specie di corazza. Un provinciale che viene dagli angoli più remoti del mondo (lo dice sorridendo e con soddisfazione, ndr) riesce ad affrontare meglio la città, con questa sorta di corazza.. come se avesse un corredo immunitario più forte degli altri. E credo che sia anche più navigato verso certe situazioni, perché..
Claudio: ha faticato di più, arriva più preparato..
Francesco:..insomma essere contadini, in un certo senso (sorride a Claudio) aiuta.
Ma il successo alla fine è un punto di arrivo o di partenza? Non inibisce una crecita più matura?
Francesco: si, sono d'accordo, in realtà bisognerebbe non fermarsi mai. L'ambizione è un pò come confrontarsi, ma c'è da dire che in Italia si sta formando sempre più un concetto per cui basta fare uno scalino per arrivare ad una parvenza di successo. Vedi il velinismo: sono arrivato in televisione quindi ce l'ho fatta, invece il successo non è affatto questo.
Claudio: è indipendente dai media, il successo sono gli altri che ti riconoscono per ciò che fai..
Francesco: è una crescita con fatica, è impiegare un pò più di tempo e non cercare solo l'apparenza e la visibilità.
Nove anni, in fondo sono un tempo sufficiente, nove è il numero della perfezione.. e il giorno e il mese in cui sono nata io.. scusate se è poco!