martedì 18 dicembre 2007

COCA E FUMO IN TABACCHERIA

(questo post lo dedico al mio "amico" Igor, se mai capiterà da queste parti)
La Cocacola Company corteggia la Fit con una bibita dalle mille bollicine, e l'accordo è presto fatto. La Federazione Italiana Tabaccai ha siglato una convenzione con il famoso brand per la commercializzazione e la rivendita dei suoi prodotti, alla luce della nuova normativa in termini di tabella speciale per i tabaccai. In sostanza, con questa firma dal sapore dolce, gli associati Fit che aderiranno all'iniziativa, potranno avere una frigovetrina in comodato d'uso per esporre i prodotti targati "Coca Cola". Si chiama vendita d'impulso. Del Tipo: "vorrei un pacchetto di Camel", e siccome il cammello fa venire in mente il deserto e questo maledetto gobbuto riesce a trattenere liquidi per lunghi viaggi, e io no, "mi prendo anche una coca, anzi una Kinley (acqua tonica del marchio, ndr) così digerisco, sa ho mangiato i rosticini con le patate e ora ce l'ho tutti qua..".

Ma non solo. La convenzione con la benemerita Coca Cola permetterà alla categoria di vendere i prodotti con un 2% di sconto rispetto al prezzo di mercato per "essere più competitivi".

Senza molti fronzoli, vorrei consigliare a tutti i tabaccai di provare questa esperienza eccitante (in tutti i sensi). All'inizio è vantaggiosa, poi il retail della Coca e dei suoi "gasatissimi" rappresentanti se ne infischierà delle vostre prerogative e comincerà a corteggiare anche la boutique alla vostra destra, la coiffeur alla vostra sinistra, perfino il negozio di animali dirimpettaio alla vostra attività. E a quel punto quel 2% in meno racconterà la stessa storia della riduzione dell'aggio per le ricariche telefoniche dopo la lenzuolata di Bersani.

Capisco che ampliare il proprio portafoglio prodotti - oggi - è indispensabile per sopravvivere ma non condivido questa scelta. Si critica aspramente l'american life style, consumista, a volte foriero e testimone di un disagio notevole a più livelli. Poi però le scelte politiche ed economiche - dalla stanza dei bottoni al tavolo del manager - sono sempre orientate a far produrre, vendere, consumare.
In farmacia trovi lo smalto della Deborah, dal macellaio la zuppiera in porcellana da regalare alla zia per Natale, e mentre ti stai facendo una piega dalla parrucchiera ti vendono l'olio novello biologico di produzione propria (una bottiglia è esposta alla cassa).
Eppure pensavo di stare in Italia, e non in uno di quei shop in the shop che si vedono nei film made in America.

Ma mi rendo conto che la mia posizione potrebbe essere fraintesa, rischio di sembrare una spia della Reboc, comitato internazionale per il boicottaggio della Coca Cola. Ce n'è uno anche Castiglione del Lago, ma ho visto che i suoi associati si vestono con le Nike ai piedi. Bella roba.
In fondo, come diveva Vasco, bevi la Coca Cola, che ti fa digerire...