domenica 2 dicembre 2007

Giornalismo Fai da te - I giornalisti Umbri sono più versatili

Ve li ricordate quei menestrelli da spiaggia armati di fisarmonica, nacchere e altri strumenti musicali collegati tra loro e azionati da un mirabolante intreccio di fili?
Si procuravano il pane suonando musichette per strada, magari avrete anche fatto due risate su quell'attrezzatura buffa che produceva solo una misera musichetta da quattro spiccioli.
Eppure, senza questo personaggio, che cosa sarebbero state le vostre serate in riva al mare, a passeggio in quell'unica vacanza all'anno che vi concedevate ?
La rilessione nasce da una constatazione. In Umbria il giornalismo televisivo - per molte ragioni - si dimostra più versatile, e supera quella stessa versatilità che i toscani si accaparrano nel campo della comunicazione. Le emittenti televisive hanno giornalisti e tecnici, ma con ruoli diversi nell'uno e nell'altro campo.
In Umbria i gionalisti partono con la propria telecamera per andare a conferenze stampa o iniziative promosse da associaizoni, politici e politicanti, il supporto dell'operatore non è necessario, avviene solo nelle occasioni più importanti. E così questi ultimi possono andare dove non sono i primi, e quando entrambi tornano in redazione, il tg è pieno di servizi e interviste a guarnire notizie e veline.
In Toscana , a quanto ho potuto notare, sono pochi i casi di telereporter, cioé giornalisti che escono dalla redazione con telecamera tipo sony 150 o equivalente Panasonic per svolgere lo stesso lavoro che dovrebbe fare un tecnico. n modo più rifinito certamente, ma con maggiore dispendio di soldi, tempo, energie. Anche nelle realtà piccole e senza soldi, si esce sempre in coppia.
Nei panni del direttore, mandereste due dipendenti - due - ad una conferenza stampa sulla sagra del fagliolo in umido o sulla solita contestazione contro la finanziaria?
Un paio di domande di circostanza costerebbe il doppio.
La prim a risposta che mi viene in mente è di tipo antropologico.
L'Umbro è per natura mite e riservato, il Toscano esuberante e un pò snob.
Quindi, l'uno è portato a mettere in risalto il fatto nudo e crudo, raccontandolo, l'altro preferisce entrare nella cornice della notizia, per dargli un volto. Dirò di più, la propria identità.
Insomma, questione di individualismo storico.
Non so quale tra i due modi di are giornalismo televisivo sia più coinvolgente o efficace. Personalmente il telereporter è una figura molto più moderna e dinamica. Non tutti i tecnici offrono una buona qualità ai servizi giornalistici, non tutti i giornalisti garantiscono un'informazione sufficiente e professionale.
Il giornalista multi task però non l'ho sognato, leggetevi "Media senza mediatori" di Michele Mezza (Morlacchi Editore). Controindicazioni? L'autore è un giornalista Rai.

basta un colpo di zoom e il gioco è fatto?


Vita da reporter di provincia.
Bella la vita del telereporter. Gira con la sua telecamerozza che pesa due chili e un microfono a filo, nascosto tra i mille comunicati, le merendine e altri aggeggi femminili, da utilizzare all'occorrenza.
Quando deve fare delle immagini decenti non deve mangiare troppo, perché se qualche rigurgito di grasso fa capolino nel diaframma , il leggero sussulto non fa bene alla qualità complessiva della la sequenza video. E si deve ricominciare da capo. "Prova, uno due tre prova": il microfono funziona e si parte con l'intervista. Il viso è rosso, accidenti, tocca mettere le dita su uno di quei tastini lì.. prima o poi si trova la combinazione vincente.
Ed infine, il montaggio. State ancora aspettando che il negozio di computer della vostra città vi chiami per avvisare che è arrivato l'adattatore che avevate ordinato. E quindi siete costrette a bestemmiare in ogni lingua possibile per acquisire le immagini registrate da montare in servizio.
Vi rendete conto che ci sono problemi audio, che la cassetta era rovinata e alcune aprti non sono utilizzabili, contate fino a dieci e arrivate a fare il rendering con tre capelli bianchi in più e la bava alla bocca.
The final cut. L'esperienza è una strada fatta di piccoli passi, di voglia di imparare. Vi trovate a consigliare un operatore su come dovrà montare un tale servizio, per il quale avrete prestato la voce. Visto che apparirà con il vostro nome volete almeno renderlo gradevole. E intanto date uno sguardo a come lavora il tecnico. Magari carpite qualche dritta utile per il futuro. E invece, in diretta scoprite che il lavoro finale è peggiore di come avreste immaginato il vostro lavoro (con la solita insoddisfazione intrinseca). Bella la vita da reporter!
(Ma chi fa da sé fa per tre?)