giovedì 6 dicembre 2007

CENTRITALIA vs LA SETTIMANA. Ora si spara anche sulla croce rossa?

CHIUSI- La simil redazione di Trasìmeno Freestyle sbircia oltre confine e non ce la fa a trattenere il mouse fuori da questa storia che vede per protagonista il giornalismo di provincia. Una bagarre tra i direttori di due periodici locali che, dopo l'ennesima freccia al fiele, rischia di naufragare nel ridicolo, spargendo veleno anche tra quei poveri cristi che stanno in redazione. Giovani nell'animo o nell'esperienza, che si cimentano con il mestiere del "pubblicista", ingrossano le fila di questo esercito di giornalisti occasionali che però lavorano tutto il giorno e tutti i giorni in cerca di notizie, alle prese con comunicati, politicanti e gente che si improvvisa all'altezza della situazione pur di avere un inciso virgolettato sulla "stampa".
Il fatto, prima di tutto. Siamo in quella provincia solare, elegante e sorniona delle terre senesi. "Una" delle penne di questo blog è stata ed è una collaboratrice (a dire il vero svogliata) del mensile a distribuzione gratuita "Centritalia" edito dal giornalista Ansa Leonardo Mattioli (nonché figlio di quel Caterbo Mattioli, illustre scrittore e giornalista). Conosco il direttore, meno i suoi collaboratori, ma in più di un'occasione ho avuto conferma che la rivista ha un certo indice di gradimento tra il popolo umbro - toscano dei lettori fuggiaschi. Di quel target che legge "tanto perché è gratis". Eppure va, la pubblicità lo conferma.
Poi c'è "La settimana", pubblicazione che purtroppo ho letto solo un paio di volte. Ha una redazione giovane, sia per la sua nascita editoriale che per l'eta anagrafica dei suoi redattori. Ho avuto il piacere di conoscerne un paio, che al primo approccio mi sono sembrati energici volenterosi ed in gamba. E come la sottoscritta si sono dotati di "mezzi potenti e massimi" per mettercela tutta.
In secondo luogo, la polemica. Dove nasce la contesa? a Trasìmeno Freestyle non è dato di saperlo, nei prossimi post cercheremo di capire quale sia stato il grave casus belli della disputa a suon di battute. Per ora vorrei solo farvi gustare la lettera che il direttore di Centritalia, Leonardo Mattioli, ha inviato al suo collega de "La Settimana", Massimo Montebove, nonché al preside e alla direzione della scuola "G.Galilei" di Chiusi. Buona lettura e buona riflessione.


"Caro Massimo,
mi hanno segnalato da Chiusi, purtroppo in ritardo che sul periodico locale che tu dirigi, La Settimana, di sabato 17 novembre 2007, è apparsa una notizia che riguarda una collaborazione tra la rivista stessa e la scuola secondaria inferiore "G.Galilei" di Chiusi. Benissimo: queste sono ottime iniziative per avvicinare i ragazzi all'informazione! Leggo in proposito sulla copia della Settimana che mi hanno inviato da Chiusi che dai primi di novembre due giornalisti del settimanale hanno iniziato a lavorare con le professoresse di lettere "per fornire le basi del giornalismo etc"..
A questo proposito mi piacerebbe conoscere i nomi dei due "giornalisti" che presumo essere professionisti per scambiare con loro delle opinioni sull'iniziativa. E' importante infatti che ad instradare i ragazzo verso il mondo dell'informazione siano dei giornalisti che conoscano la professione dopo aver svolto il praticantato regolare di 18 mesi presso una redazione giornalistica e dopo aver sostenuto un esame di Stato, scritto e orale, per poter accedere all'ordine dei giornalisti professionisti. Se poi a portare avanti l'inziativa con la scuola non sono dei giornalisti ma dei collaboratori o dei pubblicisti del tuo settimanale, non mi interessa avere il colloquio di cui ti ho accennato perché, come tu sai molto bene i primi sono esterni mentre la figura del pubblicista è diversa da quella del professionista non dovendo, colui che pubblica articoli, svolgere il praticantato presso una redazione giornalistica prima di poter sostenere l'esame di ammissione all'ordine dei giornalisti. Infatti si diventa pubblicista, quasi automaticamente, dopo aver pubblicato un certo numero di articoli regolarmente retribuiti nell'arco di due anni. Il pubblicista infatti è colui che nella vita svolge un altro mestiere mentre il giornalista deve praticare solo la propria professione, pena provvedimenti disciplinari. Senza andare tanto lontano basta ricordarsi del povero Alberto Castagna che venne colpito proprio dall'ordine dei giornalisti del Lazio da provvedimenti di sospensione essendosi lui dedicato alla professione di "uomo dello spettacolo". Infine, caro Massimo, un saluto e complimenti per la tua performance come poliziotto del sindacato autonomo polizia (SAp) alla trasmissione "Striscia la Notizia".