giovedì 17 gennaio 2008

VADO A FARMI UNA CURA DI CALCIO A CROTONE

CROTONE - Secondo le disposizioni del D lgs 285/1992 le aree pertinenti a ospedali, case di cura, e di riposo e scuole sono da considerarsi nella prima categoria di rispetto per la valutazione di impatto acustico urbano. Vale a dire, in queste zone devono e dovranno sorgere attività e insidiamenti umani che producano un livello di rumore prossimo allo zero. Il che è ovviamente impossibile ma serve a rendere l'idea.
Tra le tante meraviglie della terra calabra, ce n'è una in particolare che mi ha regalato un bel sorriso con tanto di alzata di sopracciglia.
Lo stadio comunale "Ezio Scida" di Crotone sorge nel cuore della città pitagorica, capoluogo di provincia. E cosa si vede dirimpetto alla tribuna stampa?
L'Ospedale San Giovanni di Dio. Una struttura colossale da 468 posti letto, con tante finestrelle che si affacciano sul campo in erba dove giocano i rossoblu.
Allora, nell'Italia dei miracoli, ecco che sorgono alcune domande. E' nato prima lo stadio o l'ospedale?
E costa più il biglietto per andare a vedere la partita o farsi una settimana di degenza in ospedale con tanto di partitona domenicale prima di tornare a casa? Senza contare che da uno dei piani alti la partita si vede ancor meglio che dalla tribuna stampa.
Al di là dell'irriverente battuta (pure un pò scabrosa), l'immediata vicinanza tra lo stadio e l'ospedale mi è sembrata davvero singolare. E pensare che a volte, durante la nostra permanenza in ospedale, ci lamentiamo del vicino di letto che parla troppo forte con la moglie. Quiquilie.
..Ma il cielo è sempre più (rosso) blu..