martedì 8 gennaio 2008

IL MITO DELLA BOCCA CHIUSA

CASTIGLIONE DEL LAGO - Poi si arrabbiano con i giornalisti perché scrivono minchiate. Alla fine sono solo uno specchio della società, della cultura della "gente", quell'agglomerato di individui massificato e indistinto che racchiude uno stile di vita spesso tendente all'omologazione. La "doxa", come la chiamavano in Grecia qualche secoluccio fa. La verità di secondo livello, quella che non è comprovata, l'opinione che non ha validità universale. La chiacchiera da bar.
Ieri pomeriggio, mentre stavo chiedendo ad una barista di paese (le conosco bene fidatevi) se conosceva l'uomo trovato carbonizzato in una cascina vicino Macchie, mi sono sentita dire che certe cose, allora, non doveva dirmele perché poi chissà quello che avremmo scritto. Cara signora, le opinioni sono volubili e mobili, peggio ancora se delle donne, parafrasando una vecchia aria. L'insieme delle opinioni non fa mai la verità, se non in una forma gestaltica. (uau) E'una massa informe di credenze, di pensieri di parole, che dovrebbe restituire, in teoria, una data realtà di fatti, di cose, di persone che interagiscono tra di loro.
Così, quando viene fuori che gli abitanti di un certo paese di Città dell Pieve (omissis) sono omertosi, scatta la lamentela. Ma il fatto nudo e crudo è che quando la giornalista è andata a chiedere un'informazione nessuno ha parlato e se avessero avuto il coraggio le avrebbero detto di non scocciare. Ma in fondo, cara signora barista, io conosco la vita di paese, conosco il suo lavoro e quelle dinamiche che fanno scattare l'omertà, che ti portano ad evitare la scocciatura. Anche io ho imparato a rispondere "Non lo so". E' una forma di potere verso il prossimo. Fargli pesare che, nel proprio piccolo, siamo in possesso di una verità che non gli daremo mai. Una, però.