Il testo ufficioso. Seven seconds. Sette secondi ciascuno: questo era il tempo previsto per ciascuno degli illustri e numerosi relatori che sarebbero intervenuti all’inaugurazione del Museo Civico Diocesano presso la Chiesa di Santa Maria dei Servi. E di nomi importanti ce ne erano sabato pomeriggio in prima fila. Qualcuno, per impegni dell’ultimo minuto, è mancato all’appello degli invitati, ma l’evento è stato di clamore senza alcun dubbio.
L’aspetto più piacevole forse, oltre ad un parterre di ospiti patinati, è stato vedere gli occhi soddisfatti di tanti pievesi: per chi non aveva mai visto Santa Maria dei Servi è stata una sorpresa; per chi l’aveva vista l’ultima volta nel 1990 – prima dell’avvio dei lavori – un gradito ritorno.
Personalmente, mi sono lasciata avvolgere dalla luce mistica della Chiesa prima ancora che me ne rendessi conto. Aspetto però di godermela completamente vuota e in religioso silenzio, uno dei prossimi giorni.
Infine, in questa fulgida atmosfera - che univa la Lorenzetti a Chiaretti, i labari dei Terzieri pievesi alle spiegazioni tecniche dei progettisti - c’è stato l’intervento di Valerio Bittarello, esperto di storia locale, che ha colto tutti di sorpresa. Vuoi perché ha superato i famosi “seven seconds” concordati per far parlare tutti senza annoiare il pubblico, vuoi perché non era previsto, vuoi perché ha arricchito con un tocco di colore il complesso degli interventi precedenti. La sfumatura più simpatica della relazione di Bittarello è stata in fase di chiusura, quand rivolgendosi a Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, ha detto “perché vedete, se il mio amico Alberto gode, godo anche io. Io sono per una filosofia del piacere..” E forse, lasciatemelo dire, posso solo immaginare che qualcuno degli illustri invitati in prima fila abbia avuto un leggero fremito. Chapeau Valerio.
L’aspetto più piacevole forse, oltre ad un parterre di ospiti patinati, è stato vedere gli occhi soddisfatti di tanti pievesi: per chi non aveva mai visto Santa Maria dei Servi è stata una sorpresa; per chi l’aveva vista l’ultima volta nel 1990 – prima dell’avvio dei lavori – un gradito ritorno.
Personalmente, mi sono lasciata avvolgere dalla luce mistica della Chiesa prima ancora che me ne rendessi conto. Aspetto però di godermela completamente vuota e in religioso silenzio, uno dei prossimi giorni.
Infine, in questa fulgida atmosfera - che univa la Lorenzetti a Chiaretti, i labari dei Terzieri pievesi alle spiegazioni tecniche dei progettisti - c’è stato l’intervento di Valerio Bittarello, esperto di storia locale, che ha colto tutti di sorpresa. Vuoi perché ha superato i famosi “seven seconds” concordati per far parlare tutti senza annoiare il pubblico, vuoi perché non era previsto, vuoi perché ha arricchito con un tocco di colore il complesso degli interventi precedenti. La sfumatura più simpatica della relazione di Bittarello è stata in fase di chiusura, quand rivolgendosi a Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, ha detto “perché vedete, se il mio amico Alberto gode, godo anche io. Io sono per una filosofia del piacere..” E forse, lasciatemelo dire, posso solo immaginare che qualcuno degli illustri invitati in prima fila abbia avuto un leggero fremito. Chapeau Valerio.
Il testo ufficiale. La Chiesa di Santa Maria dei Servi riapre le porte al pubblico dopo quasi venti anni, e lo fa in grande stile per l’inaugurazione del Museo Diocesano ospitato nel piano sotterraneo. Ieri pomeriggio l’occasione ha richiamato un bagno di folla di Città della Pieve e non solo. Oltre agli ospiti illustri intervenuti – l’Arcivescovo Chiaretti, il Vicario Generale dell’Ordine dei Servi di Maria Azzalli la governatrice Lorenzetti, la Soprintendente Vittoria Garibaldi, il direttore degli Uffizi Antonio Natali, per citarne alcuni – tra le autorità presenti c’era anche Stefano Cimicchi, amministratore unico dell’Apt dell’Umbria. Del resto è significativo l’intervento del sindaco Claudio Fallarino, nel ricordare che Città della Pieve da ieri è diventata “ancor più città, perché si è dotata di un proprio museo e costituisce a maggior titolo un ulteriore punto di riferimento per l’intera Umbria”. Il Museo Diocesano del Santa Maria dei Servi sarà inserito nei percorsi museali della Città del Perugino, ma dalla sua inaugurazione si punta già a farlo diventare un veicolo di promozione regionale. “Il restauro della Chiesa dei Serviti – ha spiegato il primo cittadino nel suo saluto -, che dal 1860 è divenuta di proprietà comunale, deve far sì che questo bene patrimoniale diventi un punto di riferimento e di richiamo. La denominazione di Museo Civico Diocesano sta a significare l’incontro positivo di due istituzioni, amministrazione comunale e Diocesi di Perugia- Città della Pieve, che hanno così sancito un comune percorso volto alla conservazione e valorizzazione del nostro ingente patrimonio”. E importante è stato anche l’impegno finanziario (con la partecipazione della Regione) per il restauro della Chiesa, iniziato nel 1990 e suddiviso in due stralci, motivo per cui in venti anni è rimasto un tesoro “nascosto”agli occhi di molti pievesi. Il Museo Civico-Diocesano si trova nei locali del piano sotterraneo, nel Rinascimento adibiti come coro inferiore, e più recentemente cantina. In un ambiente suggestivo, dove il soffitto a volte abbraccia un’illuminazione moderna, si possono ammirare otto dipinti olio su tela, tra i quali anche un noto Circignani, provenienti dalla Cattedrale, e dal Santuario della Madonna di Fatima di Città della Pieve e dalla Chiesa di San Leonardo situata nel borgo di Salci. Tutti datati tra la seconda metà del XVI secolo e i primi del XVII. A questi se ne aggiungeranno altri, come dimostrano alcuni piedistalli vuoti. Nella Chiesa - collegata al sotterraneo con un ascensore - sono stati eseguiti interventi di consolidamento statico e architettonico, e di recupero su stucchi,intonaci, pitture dell’altare, riportati all’antico splendore. Ora che “la Chiesa è tornata nel suo spirito”, ha ricordato la Soprintendente Garibaldi, inizia il conto alla rovescia per il prossimo taglio del nastro: prima il Museo Naturalistico e poi la Rocca Medievale, sede del Sistema Museale Territoriale e la Rete di Accoglienza Turistica.