mercoledì 17 dicembre 2008

Love story- all'anziana hanno portato via il cassonetto

Castiglione del Lago

In questi giorni mi era venuta voglia di rubare un cassonetto. Un pezzo storico degli anni '90, un po' come il Juke Box, il flipper. Ma poi, igienicamente parlando, ho pensato che forse era meglio lasciarlo al suo destino.
Ieri, mentre tornavo a casa in auto, ho incrociato una signora anziana. Era ritta sul ciglio della strada, con ai piedi le ciabatte bagnate, aveva lo sguardo sconcertato e desolato, tentennava con un'espressione aspra e amareggiata, la fronte aggrottata e in mano..un foglio in cui a caratteri cubitali si leggeva "AVVISO".Per istinto mi sono girata dall'altra parte della strada (mentre guidavo, in un a scena curiosamente a rallentatore) perché un foglio simile era affisso sul bidone della spazzatura, per avvertire gli utenti che "nei prossimi giorni" sarebbe stato eliminato e la raccolta differenziata porta a porta entrava nel vivo. Il cassonetto infatti non c'era più. L'avevano portato via, eppure un quarto d'ora prima c'era.Sì, quel cassonetto che da 6 mesi a questa parte era sempre- ogni giorno - stracolmo di roba, mentre ai lati accoglieva ogni ben di Dio da mandare in discarica (vedi foto a sinistra). "Mi hanno tolto il cassonetto"- si leggeva negli occhi dell'anziana, visibilmente allibita.Del resto avevanp avvertito con un foglio di carta.La povera donna stava lì, a lato della strada con lo sguardo contrito come se le avessero portato via il gatto e di lui fosse rimasto solo un pezzo di carta in cui qualcuno le scriveva "te lo abbiamo portato via, starà bene". Poco più avanti, al bidone successivo, era fermo un camioncino e il conducente stava studiando come montarlo sul vano posteriore insieme agli altri cassonetti, vecchi e più recenti. Ecco, il bidone, l'amatissimo bidone a cui andavo anche 5 volte al giorno pur di vedere quel ragazzetto di Milano che studiava sempre, sempre..me l hanno portato via.

Lo ricorderò così: con gli occhi di quella signora anziana, ferma sul ciglio della strada a guardare una certezza andarsene via lasciandole solo un misero foglietto di addio.

martedì 16 dicembre 2008

Perugini freddini e Venditti rispose "Lei è una cretina"

Perugia
I concerti non sono mai stati il mio forte. Da manicheista o sono troppo mosci o troppo confusionari. L'ultimo concerto che ho visto al Palasport era un noioso ed incomprensibile Baglioni per il suo ritorno in grande forma. Mi ricordo bene come ero vestita, e che il giorno dopo avevo lo scritto di Informatica.

Del concerto di Venditti, il mio caro Antonellone, mi rimarranno le lacrime alle prime canzoni, una signora in pullover rosso e capelli color fieno che grida "cantaa!" mentre Venditti tiene incollati a sé gli occhi di 4999 persone in un silenzio religioso, lui che le risponde "lei è un'idiota", il pubblico freddino e composto e poi quel suo saluto a fine concerto, ché la gente non capiva se era finito o no.Antonello inizia in grande stile. Jeans e camicia bianca, parte con la canzone che dà il titolo al Tour, "dalla pelle al cuore". La sottoscritta era andata come il suo solito a fare provviste di schifezze fuori. Quindi entrare alla prima strofa, essere avvolta dalla sua voce già ruggente è stato quasi cinematografico. Dalla prospettiva laterale si vedeva il calore delle luci profundersi dal palco verso la platea nello spettro dei blu e dei rossi, e poi incontrare una specie di muro lattiginoso ad aleggiare sul pubblico. Ha toccato tante corde Venditti, ha detto che alla fine le sue canzoni degli anni'70 oggi sono ancora più attuali..insomma che siamo tornati agli anni'70 per come stanno molti diritti..Chissà l'avrà preso in parola una sua fan. A metà concerto il cantautore romano si è dilungato a parlare di Agostino Di Bartolomei, campione dimenticato, ex capitano della Roma suicidatosi nel 1994 con la sua calibro 38. A lui è dedicata "Tradimeno e perdono", nell'album appunto Dalla Pelle al cuore. Venditti forse si sarà trattenuto a parlare un po' troppo del suo amico, della storia di questo campione, sta di fatto che è riuscito a tenere alcune migliaia di persone col fiato sospeso.Tutte tranne una.Nel silenzio assoluto, scandito solo dalle sue parole emozionate, una voce ha gridato "cantaa". Gelo. "Lei è una cretina", risponde lui mostrando un evidente disappunto.Nel buio la gente cerca quella voce. “È incredibile”..La signora s'è presa pure della cretina e della deficiente da Venditti, "se viene qui sopra le ridò i soldi del biglietto" ha poi aggiunto il suo idolo. Pensa che soddisfazione, tra 4999 persone ha rivolto la parola a lei, che per tutta la prima del concerto non aveva fatto altro che gridargli “bellooo”. Dal pubblico sono volati altri insulti discreti - bucciotta, farabutta etc - ma il clima è stato molto "freddino" come la seconda parte del concerto. Antonello annulla 4-5 canzoni che erano in scaletta, la performance soffre dell’episodio e in fondo, i perugini continuano a godersi il concerto senza troppo trasporto. Forse le sedie non hanno aiutato il pubblico a lasciarsi andare, ma quando è arrivato il turno di "In questo mondo di ladri",

L'Autorità di vigilanza boccia l'accordo del Comune

An: "Quei soldi chi li paga adesso? Certo non i contribuenti".
Castiglione del Lago

Quei 500 mila euro in più non erano dovuti. L’Autorità di vigilanza sui Contratti Pubblici boccia l’accordo bonario tra il Comune e la ditta appaltatrice del terzo stralcio di lavori della scuola elementare, da cui è conseguita una spesa aggiuntiva di 500 mila euro, definendolo in contrasto con il Codice degli Appalti. La delibera, del 3 dicembre scorso, in sette pagine scioglie alcuni nodi dell’esposto presentato nel giugno scorso dal gruppo An-Cdl, composto dai consiglieri Baiocchi, Angori e Farina. La storia inizia nell’aprile del 2005. Una ditta si aggiudica i lavori per la realizzazione del terzo stralcio della scuola elementare del capoluogo per 723 mila euro. Il contratto è “a corpo”, per cui una volta aggiudicato, il prezzo e le opere pattuite restano fissi e invariabili. Tuttavia nel corso dei lavori vengono apportati due ulteriori interventi non previsti da 108 e da 359 mila euro, affidati senza un nuovo bando di gara e con un importo del 50% in più di quello contrattuale originario (come evidenzia la stessa Autorità). Nell’ottobre 2006 interviene un’ulteriore perizia suppletiva, poi risultata errata, e nel dicembre 2007 la ditta presenta al Comune il conto della spesa aggiuntiva. L’Ente quindi, tutelandosi da eventuali ricorsi in giudizio della ditta, stipula con la stessa un “accordo bonario”, ratificato nel marzo scorso con un’apposita delibera di giunta, con la quale stabilisce di pagare 500 mila euro in più ai 700 mila previsti dal contratto a corpo. Su questo passaggio cade l’occhio dei consiglieri di An: l’appalto iniziale è stato stipulato a corpo, mentre la rendicontazione delle maggiori opere avviene “a misura”. “A questo punto gli amministratori – aggiungono i consiglieri di An - anziché stoppare il guasto quando ancora si era in tempo, hanno addirittura autorizzato in toto la maggior spesa, inserendola nella previsione di bilancio 2008, nonostante la pregiudiziale proposta dal nostro gruppo proprio per questa specifica vicenda, prevedendo allo scopo anche l’acquisizione di un mutuo da 250 mila euro”. Nella delibera l’Autorità riconosce il carattere transattivo dell’accordo bonario, ma evidenzia “come le procedure di affidamento siano rigorosamente soggette alla normativa comunitaria e nazionale a tutela della libera concorrenza e non possono essere oggetto di scambi transattivi in termini di affidamento lavori/rinuncia alle liti”, smontando tutti i riferimenti normativi sui quali poggia l’accordo tra l’Ente e la ditta, da cui è scaturito “impropriamente un nuovo affidamento di lavori” lesivo della libera concorrenza. Rispetto a queste motivazioni il Comune dovrà comunicare le valutazioni di competenza entro 30 giorni. “A questo punto – concludono soddisfatti i consiglieri di An - il conto qualcuno dovrà pur pagarlo. E, secondo noi, almeno in questo caso, non saranno i contribuenti. Per questo abbiamo già “girato” il tutto alla Corte dei Conti”.

mercoledì 10 dicembre 2008

Tuoro
Ecco un bell'esempio di Freestyle.
Uscita veicoli: divieto di sosta.
Poi sbirci oltre la rete metallica e vedi che dentro di mezzi non ce n'è neanche l'ombra. Anzi, pare che il garage non sia stato mai finito.
I detrattori della vita di provincia sostengono che non susciti emozioni, che annoia, fa ristagnare l'intelletto. Credo che invece sia solo mancanza di fantasia.
A Tuoro in via del Baroncino le auto continuano a parcheggiare distratte davanti a questo cartello da circa 2 euro, che non serve a niente perché il garage non è attivo ne mai lo sarà.
Ma chissà quanti automobilisti, frettolosi e annoiati, si saranno affacciati con il naso oltre la rete per vedere cosa c'è.
Forse un tempo, ormai è quotidianità.
Eppure anche io da quasi tre anni posteggio davanti al cartello e solo ieri mi sono degnata di andare a vedere se veramente c'erano auto dall'altra parte, pronte per uscire.

Il Freestyle è un momento di scoperta, è dare all'improvviso un senso nuovo alle cose che hai sempre vissuto a priori. Il Freestyle è apporre un cartello di divieto di sosta su una rete fatiscente che dovrebbe fungere da cancello ad un garage che non ha mai ospitato e mai ospiterà un mezzo a quattro ruote. Tanto ci sarà sempre chi ci parcheggerà l'auto davanti..



Storie di ordinaria follia: ossa fuori posto al cimitero

Chi non ha scheletri nell'armadio?
Al cimitero di Porto, ridente frazione di Castiglione del Lago, le ossa degli scheletri le nascondono fin sotto l'altare della chiesa.

La simil giornalista è curiosa anche quando dice le preghierine. Era andata a salutare i suoi cari al cimitero, poi prima di finire il giro è entrata nella chiesetta (mal ridotta dall'incuria e da qualche furtarello) ma prima di andarsene le è venuta - chissà come - l'idea di guardare cosa ci fosse dietro l'altare.

Ebbene, tra coccette di fiori finti, candele, lumini esauriti e altra paccottiglia fuori uso, ecco spuntare un bell'osso umano. Di primo acchito sembra un femore.
Sicuramente sarà uscito fuori da qualche tomba di antica data: dopo mezzo secolo i loculi vengono aperti e i resti dei defunti lasciano spazio a nuove spoglie. Però..insomma..le ossa umane non sono mica pezzi dei Lego!