mercoledì 11 luglio 2007

SOS DANDY IN ESTINZIONE AL TRASIMENO. (Ne avete mai visto uno?)

CASTIGLIONE DEL LAGO - Mettete una serata sul litorale castiglionese, e tanta voglia di giocare con gli abiti, complice l'aria peperina di luglio. Care amanti del fashionismo (quello vero), deponete borsetta a ventaglio e jimmy choo (sfido chiunque a trovarne un paio in giro per Castiglione), e prendete carta e penna per una bella ricerca etnoantropologica sui frequentatori del lungolago.
E se ne avete il coraggio, metteti alla ricerca di un vero dandy, nella moltitudine di stili variopinti e non ben identificati che nascono al tramonto e si estinguono all'alba come un chironomide.
Se, come sostiene lo scrittore Giuseppe Scaraffia, riportare un disegno del dandy è un'impresa difficile - e per di più banalizzante -, riuscire oggi ad individuarne uno è quasi impossibile. Forse perchè, dice Scaraffia, "al dandy superstite resta solo l'invisibilità, ossia autocancellarsi per restare un autentico dandy". Partirei dalla parola chiave "anticonformismo", rispetto alla quale leggere l'iconologia dandy e la casistica moderna.

Un ottimo ambiente di studio è naturalmente la Darsena, il coffee per eccellenza nel panorama nostrano. Non si può parlare di contaminazione, in quanto questo processo comunicativo avviene per commistione e penetrazione di idee e background culturali diversi, ma in questo ambiente è possibile avvicinare paninari inconsapevoli, aspiranti veline, poeti del dopo lavoro ferroviario, intellettualoidi da tequila e margarita, barbie chimicamente modificate e qualche raro esempio di sostanza umana disposta a non voler sembrare lo specchio di sé stesso.

Mai senza griffe. Questa è la categoria più in voga, e caderci è un gioco. Si inizia con una t-shirt di cui, in tempi insospettabili, nessuno avrebbe mai messo in dubbio l'essere originale o meno. Oggi per dimostrare che il capo indossato è rigorosamente un trade mark, basta far fuoriuscire con nonchalance l'etichetta con l'ologramma di autenticità, o camminare con una delle braccia sollevate, per mettere in vista l'etichetta laterale sulla quale è solitamente impresso o ricamato
un logo. Purtroppo il mercato non offre molte chances di disintossicazione da questa febbre, e gli stilisti sanno bene che per il pret a porter politicamente corretto una bella scrittona con le iniziali fa sborsare molto più di un tessuto di qualità. Il risultato è la proliferazione metropolitana di magliette e magliettine, jeans della peggior fattura, abitini in jersey e materiale stretch, tutti tempestati di scritte e lustrini griffatissimi. I casi patologici sono al limite di questa fascia di consumatori modaioli, ma purtroppo risultano in visibile aumento. Basti pensare alla collezione P/E 2007 del marchio "Denny Rose". Più o meno accessibile a tutti i portafogli, un meno alle taglie over 44, i capi di questa ditta emiliana si fanno pubblicità da soli, e chi li compra paga pure. Questi come altri di griffe nostrane, s'intende. E le strade del lungolago si riempiono di "commercial" umani, appiccicati al didietro o al "didavanti", con stoffe pessime e tagli cuciti con il filo del "pressappoco". Quindi, decisamente poco dandy.
Basti ricordare Oscar Wilde. Il mito del dandysmo (quelli si che erano tempi), in preparazione per il viaggio in America, venne a sapere che dall'altra parte dell'oceano stavano allestendo un benvenuto "allo scrittoreesteta", e decise così di presentarsi al suo arrivo vestito in modo del tutto convenzionale. Ecco, gente del "mai senza una griffe" meditate, meditate..

Non ti avvicinare, potresti innamorarti. Anche in questo caso, il target di habituè del lungolago non ha sesso. Sono i più pericolosi, esteticamente parlando. Perchè sono maledetti fuori ed esteti dentro. Il loro modo di vestire è generalmente casual, ma studiato. Il tocco finale in genere lo riservano ai capelli, dicretamente trascurati. Il resto lo giocano molto sugli sguardi, che riescono a fare la differenza tra un paio di bermuda a quadretti portati con convinzione o per moda. Per la loro caratteristica sfuggevolezza (molto simile alla scioglievolezza dei Lindor), è difficile dare loro un format, un posto esatto nella moltitudine variopinta della gente on the lakeside, perchè la stessa categoria riserva al suo interno persone molto diverse. Ma tutte dall'anima dannatamente esteta. L'importante è piacere, e quindi sono disposte/i a mutazioni vestimentarie a seconda del contesto. Potenzialmente il "non ti avvicinare, potresti innamorarti" potrebbe aspirare ad essere un dandy, più o meno consapevolemente. Ma la matrice di estetismo è inibitoria, e così all'impalbile individualismo (scusate la banalizzazione) del dandy preferiscono un cinico egocentrismo.
Io aborro. Sono quelli del vestito da mercatino, del cane al guinzaglio ad ogni ora della notte e del giorno (con le benedizioni degli animalisti?), dei piercing ad oltranza. L'importante è far sapere a tutti che disprezzi la società del consumo, e che se puzzi è perchè preferisci passare il tempo a pensare piuttosto che fare una doccia. Nel rispetto delle risorse idriche, naturalmente. Ma sono anche quelli che amano viaggiare, che si leggono tanti libri e riescono a comunicarti - in genere - qualcosa di più piacevole di una cronaca quotidiana di quanto fatto nella settimana passata. In genere, perchè spesso i cultori del "io aborro" al di là dell'essere politicamente masterizzati e di avercela con Berlusconi, viaggiano su un binario a senso unico: la lotta alla massificazione. Dei contenuti, della libertà, del costume, delle idee, delle salsicce, del lavoro, del precariato, del dentifricio inquinato, dei Coliformi fecali, della comunicazione, di tutto. Di tutto. Poi però mangiano la fettina comprata alla Coop, la cioccolata dei mercati equosolidali che alimentano la criminalità organizzata e il narco traffico, e non bevono coca cola perchè fa lavorare i bambini, ma si comprano le scarpe cucite da manine piccole piccole.. Un dandy così non s'era mai visto. Appunto.
Per districarsi nella giungla moderna e saperne di più:
"Dizionario del dandy", di Giuseppe Scaraffia,
Edizioni Sellerio 2007.

Un dandy autentico però l'ho trovato..Non abita al Trasimeno ma è made in Umbria.
Come l'ho capito? Lo vedreste da un miglio di distanza, che è un anticonformista senza pretese di anticonformismo, anche se nascosto dietro un asciugamano da spiaggia.. o con una pesca in bocca..