martedì 23 giugno 2009

Canile di Vernazzano: to be continued??

Dal Giornale dell'Umbria di domenica 21 giugno
IL CANILE PROSSIMO ALLA CHIUSURA MA IN GERMANIA CONTINUA LA RACCOLTA FONDI?

TUORO – Continua in Germania la raccolta fondi per il canile di Vernazzano, nonostante le disposizioni istituzionali ne prevedano la chiusura. Il nuovo appello, dopo quello - sospeso- per costruire un depuratore, è stato lanciato tramite la rivista dell’associazione Allgemeiner Tierhilfsdienst (che cura le adozioni in terra teutonica) “per poter continuare ad aiutare i cani italiani”, consultabile all’indirizzo mobile-tierrettung.eu. “Tuoro in cifre”: l’associazione tedesca spiega che per mantenere il canile spende al mese “1300 euro per una persona a tempo pieno e 530 euro per una part time (incluse le tasse), 700 euro per spese veterinarie e mille euro per mangime”, in tutto 3500 euro mensili. La cosa singolare è che già dal marzo scorso il ricovero di Vernazzano, ex canile comprensoriale (dalla metà del 2007 i cani della Asl2 vengono portati a Todi), doveva avere non più di 20 cani in previsione della chiusura. Il perché si legge in una relazione dei Nas del novembre scorso che chiama in causa i requisiti igienici della struttura e motivi di ordine pubblico. Nel recente sopralluogo però le bestiole presenti erano ancora un centinaio. Non a caso nell’ultima rivista pubblicata l’associazione tedesca ha illustrato nel dettaglio “la grande pulizia di primavera” effettuata nel rifugio di Tuoro a fine marzo. Si legge che “sono state praticate cure veterinarie all’aperto da parte del medico dell’associazione Thomas Tamm e di sua moglie Susanne”; in verità si spiega che “come veterinario tedesco non può farlo in Italia” ma poi l’associazione conferma di aver “potuto trattare i cani contro parassiti, assicurare il cibo, castrare molti maschi”. Calcolatrice alla mano, i cani adottati in Germania sono stati una sessantina: erano 160 a fine marzo, ora sono 100. L’associazione racconta però di qualche “subbuglio” durante il carico dei cani, evidenziando il persistere di sospetti sulla destinazione delle bestiole. “Una volta era troppo piccolo il trasportino, poi non andava bene il numero del chip, poi c’era qualcosa di sbagliato sull’elenco, ma dopo quasi tre ore (finiva il suo turno), all’improvviso andava bene tutto e siamo potuti partire”.