lunedì 4 febbraio 2008

Riflessioni di carnevale

"Fare il giornalista comincia a diventare un mestiere pericoloso:
se non vieni sequestrato, oppure ammazzato,
finisce che muori di fame"


Non ricordo chi l'ha detta ma l'ho rubata subito. E l'ho rivenduta anche ad Andrea Kaemmerle il giorno dopo. Era un'ottima premessa al suo "Balcanikaos". Fa molto chic se detta ad un attore.
Ma cosa avrà di tanto affascinante una professione, quella del giornalista, da far sgomitare la gente, al punto di promettere (fosse solo quello ) le parti che non vedono mai la luce?
Gente che pagherebbe per andare in televisione, che so, a Telemaremma.
Fanatici che pur di vedere la propria firma sul giornale, conferma della propria esistenza al mondo, sono disposti a scrivere in fila quattro bla bla senza alcuna utilità.
Tu chiamali se vuoi ..Giornalisti. Direbbe Battisti oggi.
Giornalisti che devono vedersela sempre con qualcuno per ciò che riportano: col direttore, col caporedattore, con i famosi "titolisti" (la cui presenza in redazione è come quella delle firme redazionali), con chi ha inviato un comunicato, con chi è stato oggetto di comunicato, col vicino di casa che ti ferma per fare commenti su quello che hai scritto, col collega che ha copiato quello che hai scritto, con te stesso per aver scritto. Perchè la libertà di stampa è data prima dalla propria coscienza.
E tutto per uno stipendio che non arriva neanche a quello di un banconista della Coop. Per chi non lo sapesse, questi prende 1200 euro "puliti", tra prosciutto di parma e mortadella, caprino e acciughe. Ammortizzatori sociali compresi.


"..è che mi piace tanto, tanto, tanto, tanto. Tanto tanto tanto tanto tanto.."
Sarà.

nella foto un .. giornalista stanco.