CHIUSI - Non me ne voglia il protagonista di questo post, ma questa storia meriterebbe un capitolo sul diario di Bridget Jones.
La chiamata. Un signore svizzero di mia conoscenza (dimenticavo, il suo figlio è campion enazionale di sollevamento massi!) fa chiamare a casa dal responsabile della divisione fotovoltaico di una società chiusina, perché nella sua villa è stato installato il primo impianto fotovoltaico del comune chiusino e soprattutto a terra e di dimensioni importanti. Bene, prendiamo appuntamento per farci un servizio "informativo" sui benefici dell'energia solare in una abitazione, e dei vantaggi economici che nel lungo periodo possono procurare ai proprietari. The date è per la settimana successiva, tutto il tempo di maturare un'idea su cosa dire. Basta una chiamata un giorno prima e arriverò con la mia camerozza.
La villa in campagna. Arriva il giorno fatidico. In un'ora ce la sbrighiamo, paresse poco. In sessanta minuti si monta un servizio coi fiocchi. Si scrive un'apertura senza errori, limata e lustrata. Si possono gustare due capitoli di un libro. Si legge un giornale. E invece no, si fa un'intervista di dieci minuti e se ne girano la metà di immagini di copertura. Poi una manciata di tempo per scambiare due chiacchiere e si ritorna sulla strada trafficata.
Il montaggio. Fino alle 1,30 di notte a lavorare per sistemare questa intervista. Come condensare 10 minuti di intervista in un quinto del tempo? Taglia, incolla, attacca, cesella, lima, sono pronta per diventare una falsaria di qualche cosa.. Ma alla fine è pronto, si parte dal rapporto di gree peace sulle emissioni di Co2 e in un batter d'occhio ci ritroviamo a Chiusi per saperne di piuù sul fotovoltaico.
La mattina dopo. Suona il telefono tre volte. Alla terza richiamo. Era l'ingegnere intervistato. "Scusa ma ieri ho detto un sacco di cose che non va bene, ti chiedo di rifarla, e ti invio l'intervento così lo guardi e riprendiamo appuntamento". Ma cosa avrà detto mai? Era perfetto (dopo la sintesi estrema).
Salviamo il pianeta. D'accordo che un tecnico deve trasmettere le sue conoscenze ai profani nel cosiddetto linguaggio "pane e mortadella", ma deve essere credibile, altrimenti rischia di fare dietrologia.. del tutto fuori luogo. Nel nuovo intervento di un minuto e mezzo, diceva lui - 40 secondi dico io - lasciava solo due righe per le spiegazioni importanti, il resto era una apologia di "salviamo il pianeta" declinata discretamente in varie frasi .
Il nuovo appuntamento: alle 9 di mattina.
Come diceva una mia amica, scusa ma .. c'ho tanto da fare.