mercoledì 14 novembre 2007

UN NOTO AMATO SCONOSCIUTO

CITTA DELLA PIEVE - Quante volte vi è capitato di andare ad un esame - non solo universitario, della vita in generale - e non aver studiato? Lasciamo stare le statistiche, personalmente perderei la faccia. Beata improvvisazione e irrazionalità, in certe frange della vita ti protegge il culetto in guanti fatti del miglior velluto rosso. E quante belle sorprese ti riserva di cui meravigliarti, ancora, come un bambino.
L'intervista. Arrivo trafelata al Teatro "Accademia degli Avvaloranti" di Città della Pieve, dopo un'intervista all'assessore Gorello sul piano di contenimento acustico che presto l'amministrazione adotterà in consiglio. Dalla burocrazia di Palazzo Fargna mi ritrovò immersa nell'arena del teatro, illuminata da una luce tipo Rossana che non riesco a fissare neanche nella telecamera. Domenica 18 novembre sul palco del Teatro sarà in scena "Una Tragedia Italiana", firmata da Corrado Augias e Vladimiro Polchi, per la regia di Giorgio Ferrara. E' la trasposizione scenica dell'affair Aldo Moro, in un linguaggio narrativo innovativo, tra il teatro documento e le commistioni di genere. Martedi pomeriggio, in anteprima, regista e attori si sono presentati al pubblico, con qualche pillolina sullo spettacolo.

E che ne so. Entro e l'incontro è già in corso. Sotto il palco Paolo Bonacelli fiero come un Giove, e un ragazzo dall'aria cresciuta e familiare che indossava un maglione dai filati color carta zucchero. In platea due file di ragazzi e molti amanti del genere teatrale. Seduto in prima fila il regista. Appena finiscono le domande e le risposte (momento sempre fortemente atteso), mi precipito con tutto l'armamentario nei camerini, per una "battuta" sul niente. Non mi ricordo chi interpreterà Moro, non ho seguito l'incontro perché pensavo a come organizzare il lavoro in due ore, spostamenti vari interregionali. E non sono affatto preparata sul teatro. Non ho nemmeno letto la didascalia nella brochure per mancanza di tempo.
Il camerino del figlio. Un minuto per Bonacelli e un minuto per l'altro attore, che si chiama Lorenzo.. Lorenzo Amato. Vi ricordate dello schivo Franz ne "I ragazzi del Muretto"? Ebbene, cari telespettarori, dopo sedici anni è qui per voi. Amato ha debuttato in questa fortunata serie televisiva, dove revitavano ragazzi sconosciuti al grande pubblico e alle prime armi. Riassumendo: ha girato numerose fiction televisive, ha una lunga esperienza di regista e attore, riesce a coinvolgere il pubblico con una comunicazione affabile ed è molto riseervato nel privato, soprattutto davanti ai microfoni. Diciamo riservato, sono buonista. Perché qualcun altro al mio posto avrebbe detto troppo impegnato per rispondere alle domande di una "giornalistina" tuttofare.
Non mi basta. Devo sapere cosa ha scritto e cosa ha interpretato Lorenzo Amato, mi serve per dargli uno spessore professionale più ampio delle percezioni personali sulla sua affabilità dialettica. Metto in moto il motore più famoso del mondo e clicco su un articolo della "Stampa", un'intervista a Lorenzo Amato e alla sua carriera.."nonostante mio padre". Sarà mica Giuliano Amato? E la conferma arriva dal secondo sito cliccato, dedicato ai figli d'arte. E allora ne avrei trovate di domande interessanti da fare..