Questo in realtà é un messaggio occulto a lla musa di Report, Milena Gabanelli, anzi è un invito perchè venga a vedere se il lago TRasimeno è veramente minacciato da un bestione del cemento o se magari oltre ai 300 posti di lavoro messi a rischio dalla Fassa Bortolo siano a rischio anche quelli - e sono tanti - del sistema economico che gira strettamente intorno al quarto lago d'Italia. Se un milione di presenze possono bastare, anche solo per i due euro di cono gelato..
Centimetri e punto vita. Il lago è arrivato a quota 140 centimetri sullo zero idrometrico, oscillando tra i 137 e i 138. Occore fare un salto a ritroso di cinque anni per trovarci sulla strada grave della primavera 2003 con ben 173 centimentri sotto. Brutta annata in riva al lago. O ancora fare un salto indietro nel tempo di 32 anni, eccoci al 1975, con un record medio di quasi -122.
Le previsioni di Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e Urat sono ancora più cupe: tra dodici mesi ci troveremo a quota meno due metri sotto lo zero idrometrico, se le piogge della prossima stagione saranno scarse come nei mesi precedenti.
Ritenzione idrica. L'assessore socialista (social democratico pardon) Luciano Taborchi ha riportato alla memoria la pubblicazione di Walter Dragoni, commissionata nel 2004 dall'Assessorato Provinciale all'Ambiente, in cui da un'equazione algebrica emerge che ogni anno l'evaporazione ruba al lago un metro d'acqua, mentre i prelievi per usi irrigui circa 10 cm, moltiplicati per una lunga storia. Eppure nei secoli il lago era abitato da pescatori e contadini. Certo, il buco dell'ozono era una parolaccia, ma tant'è. Insomma, gli attingimenti dal lago per i irrigare i campi tornano ad essere il "bobo nero" del Trasimeno. Perchè è vero che la Provincia ha fermato i prelievi a più riprese e proporzionalmente al calare del lago, ma a detta del vice presidente dell'ente Palmiro Giovagnola esiste un "pacco di denunce penali alto così". Qualcuno - di spicco all'interno della Comunità del Trasimeno- ha perfino lanciato una caramellina al vetriolo, dicendo che la Comunità Montana, gestore delle pompe o che comunque le controlla, non svolge bene il suo lavoro, e che dall'entrata a regime delle condotte di Montedoglio saremo punto e a capo. "Chi ci garantisce che l'abusivismo non continui anche dal primo gennaio del nuovo anno? Non si potrebbero chiudere questi impianti e tagliare la testa al toro?"
Per ora - ha ribadito Giovagnola sulla scia di suo predecessori come il sindaco di Castiglione del Lago Carloia - per non indugiare ed avere chances per la prossima primavera, occorre riaprire una trattativa con il governo nazionale. In altre parole, per accedere ai fondi necessari alla messa in opera degli interventi richiesti a gran voce da associazioni di settore e sindacati. Ossia manutenzione delle sponde e draggio intensivo dei fondali. Robetta da 6 milioni di euro.
(nella foto il presidente della Comunità Montana Trasimeno- Media Valle del Tevere e l'assessore regionale all'Ambiente Lamberto Bottini)