GIOIELLA - Un paese international, Gioiella. Alcuni giorni fa su Ebay è stata battuta un'asta on line che ha visto in vendita una vecchia, che dico, antica cartolina che raffigura Piazza San Lorenzo. Una carrozza d'epoca e un gruppetto di persone che fa finta di camminare nella piazza, su consiglio del fotografo (anche oggi funziona così sbaglio?). Lo scatto risale agli inizi del secolo scorso, o almeno questo si può pensare dagli elementi presenti nel campo visivo della cartolina. In tempi di progetti e "piazze nuove" come quella che diventerà la moderna Piazza San Lorenzo di Gioiella, è davvero interessante trovarsi in mano un simile "gioiellino" d'epoca. Il venditore di Ebay è - udite udite - di San Miniato in provincia di Pisa e colui che si aggiudicatola stampa antica , quale unico acquirente, è castiglionese (nickname "Corgna"), a giudicare dal codice di avviamento postale inserito nel suo profilo utente, ossia 06060 (riferito alla data di iscrizione, precedente all'aggiornamento dei codici di un anno fa)
venerdì 28 dicembre 2007
Ventidue euro per una cartolina
GIOIELLA - Un paese international, Gioiella. Alcuni giorni fa su Ebay è stata battuta un'asta on line che ha visto in vendita una vecchia, che dico, antica cartolina che raffigura Piazza San Lorenzo. Una carrozza d'epoca e un gruppetto di persone che fa finta di camminare nella piazza, su consiglio del fotografo (anche oggi funziona così sbaglio?). Lo scatto risale agli inizi del secolo scorso, o almeno questo si può pensare dagli elementi presenti nel campo visivo della cartolina. In tempi di progetti e "piazze nuove" come quella che diventerà la moderna Piazza San Lorenzo di Gioiella, è davvero interessante trovarsi in mano un simile "gioiellino" d'epoca. Il venditore di Ebay è - udite udite - di San Miniato in provincia di Pisa e colui che si aggiudicatola stampa antica , quale unico acquirente, è castiglionese (nickname "Corgna"), a giudicare dal codice di avviamento postale inserito nel suo profilo utente, ossia 06060 (riferito alla data di iscrizione, precedente all'aggiornamento dei codici di un anno fa)giovedì 27 dicembre 2007
RIDATECI LA VENERE DI MILO
"La bellezza salverà il mondo". Quanto ottimismo nell'aforisma di Fedor Dostoevskij (L'Idiota)!

migliore e poi non facciamo niente per ridurre la produzione di rifiuti pro capite.mercoledì 26 dicembre 2007
EX SAI AMBROSINI. UNA "STORIA SAPONOSA". un menage a tre tra Provincia, Comune di centro destra e opposizione
giovedì 20 dicembre 2007
DUE MILIONI DI REGALI SOTTO L'ALBERO AL TRASIMENO.
"Non sono affari che la riguardano", mi ha risposto una signora al telefono. La domanda era: "Ha già pensato a quanto spenderà per regali e pranzo di Natale?", quesito di un sondaggio telefonico che ha interessato 30 persone del comprensorio lacustre. Domanda inopportuna o emotivamente acre?
(o cena) del Natale. Come tutte le statistiche, i dati restituiscono un quadro verosimile, una panoramica interessante sulle abitudini della popolazione. Soprattutto in un periodo come le festività natalizie, tra i più difficili per il portafoglio. Fuori le vetrine sfavillanti dei negozi, dentro casa la cinghia è sempre più tirata e per alcuni il giorno dell’Avvento diventa, con una punta di amarezza, una data qualsiasi in calendario. Sulla base delle risposte fornite dalle trenta famiglie intervistate, abbiamo azzardato una cifra che traduca – sempre statisticamente – il budget complessivo che le famiglie degli otto comuni lacustri spenderanno per i regali di Natale. Finiranno “incartati” tra coccarde e lustrini circa due milioni e 368 mila euro, mentre per il pranzo la cifra si dimezza, ma è risultato meno facile rielaborare le risposte fornite in una cifra. Per effettuare il calcolo è stata moltiplicata la media tra ciascun budget di spesa dichiarato dagli intervistati, per il numero complessivo
di nuclei familiari registrati all’anagrafe (fonte Istat 2005). Insomma, due milioni e 368 mila per le 22 mila 223 famiglie che vivono nel comprensorio lacustre, ciascuna delle quali metterà sotto l’albero poco più di 106 euro in regali. Tra i trenta intervistati solo sei lasceranno sotto l’albero oltre 200 euro, mentre undici si fermeranno al centone. C’è anche qualche spudorato, che sostiene di “aver deciso di eliminare qualsiasi budget si spesa e di acquistare regali per amici e parenti senza veti al portafoglio”, un caso estremo che vede al secondo posto una signora castiglionese generosa, che per Natale “investirà” in regali per i bambini una cifra come 600 euro, ma “per i nipoti sarei disposta a spendere anche la pensione”. Già, la pensione: è la prima unità di misura per calibrare le spese delle feste.
Nel sondaggio tredici famiglie hanno risposto che non solo non faranno nessun regalo, ma anche il banchetto dell’Avvento sarà parsimonioso e con piatti fatti in casa. Quando la tradizione si sposa con l’esigenza. Dall’altra parte c’è chi al regalino non rinuncia proprio. Curioso in tal senso l’atteggiamento degli spartani che non faranno regali ad alcuno, ma solo ai bambini, consegnando loro una bustina con qualche soldino o un giocattolo. E se proprio occorre fare un regalo, è meglio se si tratta di beni alimentari, dolci natalizi, insaccati o la classica bottiglia di vino buono, meglio se fatto in casa. Il fai da te sarà il piatto forte anche in tavola: la media del pranzo oscilla tra i 100 e i 150 euro. Banditi cibi esotici o costosi, se la famiglia non è numerosa si rimane facilmente sotto questa cifra, magari lasciando qualche spiccolo per una buona marca di spumante con cui brindare a tempi migliori...tutti siamo un pò dei piccoli fiammiferai..
contro il muro. Si accese una fiamma calda e brillante. Si accese una luce bizzarra, alla bambina sembrò di vedere una stufa di rame luccicante nella quale bruciavano alcuni ceppi. Avvicinò i suoi piedini al fuoco... ma la fiamma si spense e la stufa scomparve. La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola ricoperta da una bianca tovaglia sulla quale erano sistemati piatti deliziosi, decorati graziosamente. Un'oca arrosto le strizzò l'occhio e subito si diresse verso di lei. La bambina le tese le mani... ma la visione scomparve quando si spense il fiammifero. Giunse così la notte. "Ancora uno!" disse la bambina. Crac! Appena acceso, s'immaginò di essere vicina ad un albero di Natale. Era ancora più bello di quello che aveva visto l'anno prima nella vetrina di un negozio. Mille candeline brillavano sui suoi rami, illuminando giocattoli meravigliosi. Volle afferrarli... il fiammifero si spense... le fiammelle sembrarono salire in cielo... ma in realtà erano le stelle. Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte. La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta. La vecchia nonna le aveva detto spesso: Quando cade una stella, c' è un'anima che sale in cielo". La bambina prese un'altro fiammifero e lo strofinò sul muro: nella luce le sembrò di vedere la nonna con un lungo grembiule sulla gonna e uno scialle frangiato sulle spalle. Le sorrise con dolcezza.- Nonna! - gridò la bambina tendendole le braccia, - portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l'oca arrostita e il bell'albero di Natale.La bambina allora accese rapidamente i fiammiferi di un'altra scatoletta, uno dopo
l'altro, perché voleva continuare a vedere la nonna. I fiammiferi diffusero una luce più intensa di quella del giorno:"Vieni!" disse la nonna, prendendo la bambina fra le braccia e volarono via insieme nel gran bagliore. Erano così leggere che arrivarono velocemente in Paradiso; là dove non fa freddo e non si soffre la fame! Al mattino del primo giorno dell'anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto!
martedì 18 dicembre 2007
COCA E FUMO IN TABACCHERIA
(questo post lo dedico al mio "amico" Igor, se mai capiterà da queste parti)sabato 15 dicembre 2007
Comunicazione di servizio
Trasìmeno Freestyle tornerà lunedi, intanto alcune succulente anticipazioni. E qualche gossip politico da leccarsi e baffi..
L'assessore regionale alla Sanità, Maurizio Rosi, non la manda giù....
Chianina: la filiera corta offre una migliore garanzia di qualità del prodotto?
Due Milioni di euro in regali di Natale al Trasimeno
I "Focofieno" tornano a soprendere con una nuova piece teatrale
CITTÀ DELLA PIEVE – Attori giovani, in qualche caso ancora "giovanissimi" (non me ne vogliano) ma pieni di sorprese. Sono i commedianti che saliranno sul palco del Teatro degli Avvaloranti di Città della Pieve il prossimo 22 dicembre alle 21 con "La Locanda delle attese", per la regia di Valentina Bischi. Ho conosciuto questo giovane gruppo teatrale un anno fa, quando Marina - una delle fondatrici dell'associazione pievese "Donne La Rosa" - mi invitò a vederli impegnati nelle prove dello spettacolo "Falò". Telecamera e microfono alla mano - allora avevo la piccola panasonic, poverina - dedicai loro uno dei migliori servizi che abbia mai fatto. Forse perché, lo confesso, rimasi affascinata da quell'arte improvvisata e al tempo stesso molto professionale, capace di catturarati lo sguardo fino a che non cala il sipario. "Falò" era uno spettacolo magico: storie di vita vissuta, in quel secondo dopo guerra che vedeva in ginocchio mezza Italia e l'altra metà pronta a rialzarsi in piedi per ripartire. Gli attori, tutti ventenni e qualche liceale, raccontavano in un monologo la storia del proprio personaggio, storia ricostruita sui racconti e le testimonianze di tante agees di Città della Pieve.domenica 9 dicembre 2007
CI VEDIAMO IN CENTRO PER LE PROSSIME AMMINISTRATIVE?
Eh si, perché qualcuno che frequenta l'ambiente castiglionese sostiene "che arrivato a questa situazione (ricopre una carica di presidenza ma non istituzionale), non mi conviene economicamente fare il sindaco". Ma tant'è. L'insalubre desiderio emerge tanto più quanto ci si avvicina alla data delle amministrative, e lo conferma la simpatica giostrina che questo personaggio pubblico del Castiglionese sta facendo intorno ad esponenti di destra e di sinistra del consiglio comunale. Mission impossible: costituire una lista civica. Dentro, di tutto di più. L'illustre professore ordinario de "La Sapienza", Franco Ferrarotti, nel suo saggio "Vita e morte di una classe dirigente" (Edizioni dell'Università Popolare, 2007) sostiene che i politici italiani - quelli di Roma s'intende - negli ultimi trenta anni si sono preoccupati più di durare che di dirigere. Ebbene, qualche aspirante all'appuntamento del 2009 mira soprattutto ad arrivare, ancora prima che a durare, sviluppando il suo desiderio attraverso il concetto del trasformismo: patria della Dc, eredità di lunga memoria in mano a Forza Italia e Ds.
E allora perché non applicare questa formula politica anche al constesto politico- istituzionale"de noantri"? Presto detto e fatto. Durante il penultimo consiglio comunale l'egregio personaggio castiglionese ha avvicinato due baldanzosi consiglieri dei poli opposti per lanciare qualche caramella in vista delle amministrative 2009. De tipo "se stiamo insieme ci sarà un perché", cantava Riccardo Cocciante nel 1991 sul palco di Sanremo.
I due consiglieri, un forzista e un diessino, brillanti promesse della classe politica castiglionese, ci sono rimasti come due bamboccetti al sentirsi dire "insieme in una lista", ma hanno fatto tesoro delle parole di questa proposta.
Ci vediamo in centro? Si, certo, ma quando lo decido io. Uno, intanto ha dato risposta alla proposta indecente, avviando un'iniziativa unilaterale senza contattare il promotore dell'inciucio politico, principale referente in materia per la comunità castiglionese.
giovedì 6 dicembre 2007
CENTRITALIA vs LA SETTIMANA. Ora si spara anche sulla croce rossa?
CHIUSI- La simil redazione di Trasìmeno Freestyle sbircia oltre confine e non ce la fa a trattenere il mouse fuori da questa storia che vede per protagonista il giornalismo di provincia. Una bagarre tra i direttori di due periodici locali che, dopo l'ennesima freccia al fiele, rischia di naufragare nel ridicolo, spargendo veleno anche tra quei poveri cristi che stanno in redazione. Giovani nell'animo o nell'esperienza, che si cimentano con il mestiere del "pubblicista", ingrossano le fila di questo esercito di giornalisti occasionali che però lavorano tutto il giorno e tutti i giorni in cerca di notizie, alle prese con comunicati, politicanti e gente che si improvvisa all'altezza della situazione pur di avere un inciso virgolettato sulla "stampa".Il fatto, prima di tutto. Siamo in quella provincia solare, elegante e sorniona delle terre senesi. "Una" delle penne di questo blog è stata ed è una collaboratrice (a dire il vero svogliata) del mensile a distribuzione gratuita "Centritalia" edito dal giornalista Ansa Leonardo Mattioli (nonché figlio di quel Caterbo Mattioli, illustre scrittore e giornalista). Conosco il direttore, meno i suoi collaboratori, ma in più di un'occasione ho avuto conferma che la rivista ha un certo indice di gradimento tra il popolo umbro - toscano dei lettori fuggiaschi. Di quel target che legge "tanto perché è gratis". Eppure va, la pubblicità lo conferma.
Poi c'è "La settimana", pubblicazione che purtroppo ho letto solo un paio di volte. Ha una redazione giovane, sia per la sua nascita editoriale che per l'eta anagrafica dei suoi redattori. Ho avuto il piacere di conoscerne un paio, che al primo approccio mi sono sembrati energici volenterosi ed in gamba. E come la sottoscritta si sono dotati di "mezzi potenti e massimi" per mettercela tutta.
mi hanno segnalato da Chiusi, purtroppo in ritardo che sul periodico locale che tu dirigi, La Settimana, di sabato 17 novembre 2007, è apparsa una notizia che riguarda una collaborazione tra la rivista stessa e la scuola secondaria inferiore "G.Galilei" di Chiusi. Benissimo: queste sono ottime iniziative per avvicinare i ragazzi all'informazione! Leggo in proposito sulla copia della Settimana che mi hanno inviato da Chiusi che dai primi di novembre due giornalisti del settimanale hanno iniziato a lavorare con le professoresse di lettere "per fornire le basi del giornalismo etc"..
A questo proposito mi piacerebbe conoscere i nomi dei due "giornalisti" che presumo essere professionisti per scambiare con loro delle opinioni sull'iniziativa. E' importante infatti che ad instradare i ragazzo verso il mondo dell'informazione siano dei giornalisti che conoscano la professione dopo aver svolto il praticantato regolare di 18 mesi presso una redazione giornalistica e dopo aver sostenuto un esame di Stato, scritto e orale, per poter accedere all'ordine dei giornalisti professionisti. Se poi a portare avanti l'inziativa con la scuola non sono dei giornalisti ma dei collaboratori o dei pubblicisti del tuo settimanale, non mi interessa avere il colloquio di cui ti ho accennato perché, come tu sai molto bene i primi sono esterni mentre la figura del pubblicista è diversa da quella del professionista non dovendo, colui che pubblica articoli, svolgere il praticantato presso una redazione giornalistica prima di poter sostenere l'esame di ammissione all'ordine dei giornalisti. Infatti si diventa pubblicista, quasi automaticamente, dopo aver pubblicato un certo numero di articoli regolarmente retribuiti nell'arco di due anni. Il pubblicista infatti è colui che nella vita svolge un altro mestiere mentre il giornalista deve praticare solo la propria professione, pena provvedimenti disciplinari. Senza andare tanto lontano basta ricordarsi del povero Alberto Castagna che venne colpito proprio dall'ordine dei giornalisti del Lazio da provvedimenti di sospensione essendosi lui dedicato alla professione di "uomo dello spettacolo". Infine, caro Massimo, un saluto e complimenti per la tua performance come poliziotto del sindacato autonomo polizia (SAp) alla trasmissione "Striscia la Notizia".
mercoledì 5 dicembre 2007
UN FANTASMA A SANT'ANNA
PERUGIA - Una strana figura che mi ha tenuta ferma e curiosa in macchina per circa un quarto d'ora nel parcheggio adiacente alla Stazione di Sant'Anna.
Stavo rovistando nella borsa in cerca di qualche moneta per il ticket di sosta. Ho alzato lo sguardo e mi si è gelato il sangue. Una persona, di sesso ed età ignoti, mi stava fissando. Un uomo barbuto? Una donna dai capelli biondi? Ho subito cercato la mia fidata telecamerina e ho immortalato questa paura che mi correva nelle vene in una foto che non ho nemmeno voluto vedere.
A distanza di alcuni mesi ho ritrovato lo scatto rubato nella cartella "immagini" del mio pc. Sembrerebbe una donna, anzi il manichino di una donna. Ma è davvero un soggetto molto strano, Cosa ci fa un aggeggio simile in quella posizione? E se veramente fosse stata una persona in carne ed ossa? Che si tratti di una barbie gigante?
Qualunque cosa o chiunque sia stato, io ho rimesso in moto la macchina e ho cambiato aria..risparmiando due euro per le strisce blu.
martedì 4 dicembre 2007
MAGIONE CAPEZZALE DELL'AMORE?
lunedì 3 dicembre 2007
Cercasi Traduttore per Cosa Rossa a Castiglione del Lago:
CASTIGLIONE DEL LAGO - Sproloqui sarcastici a destra? Ermetismo patologico a sinistra. La "Cosa rossa" a Castiglione del Lago è nata all'insegna della miglior dialettica politica. Ossia, quel peculiare modo di esprimere un concetto semanticamente non definito in un modo convincente ed accattivante. A "pane e mortadella": mandare avanti i treni a cazzate, permettetemi l'eufemismo.
Per presentare le linee politiche del soggetto che fa capo a "Sinistra Democratica" mi arriva nelle mani uno di quei comuninati leggeri e fluidi di tre pagine, da sintetizzare in mille battute.
Chi, dove, come, quando e perché.
Le cinque "W" del giornalismo. "A Castiglione del Lago si è costituito il gruppo della Sinistra Democratica" - annuncia il comunicato, ma in tre fogli non è contenuta altra indicazione. Una presenza spinoziana? O kantiana? Se chiudo gli occhi questa entità politica esiste o si materializza solo in queste tre pagine scritte al computer? In attesa di "un'iniziativa che seguirà"- postilla aggiunta a mano -, possiamo solo chiudere gli occhi e immaginare un gruppo indefinito di persone, una sede qualunque in un posto qualsiasi.
Perché. "Vogliamo una sinistra che sappia rappresentare i bisogni e le esigenze dei giovani lavoratori che cercano di avere delle certezze per costruire il loro futuro, delle opportunità per dimostrare le proprie capacità e la loro voglia di futuro". Ma soprattutto "Una sinistra che abbia voglia di dare voce a quelle persone che sono venute nel nostro paese a cercare un futuro di lavoro e dignità e che ormai sono parte fondamentake di tante aziende, che producono nelle fabbriche, nei ristoranti, nei bar e soprattutto le tante donne straniere che affontando duri sacrifici personali e familiari (pausa per riprendere fiato) permettono a tante famiglia italiane di poter accudire i propri anziani, i malati spesso cronici e terminali. Una sinistra che faccia proposte per dare opportunità alle tante donne che cercano un posto nella società e non vengano discriminate e possono aspirare..." Puntini puntini? Aspirano cosa? o a che cosa?
Cosa Rossa. "Niente calcoli di piccolo cabotaggio". Scrivono nella nota quelli della Cosa Rossa castiglionese. Chiaro no?
All that jazz.. all that "partecipazione democratica"..
domenica 2 dicembre 2007
PER FARE SUCCESSO ALLA FINE è MEGLIO ESSERE CONTADINI - parola dei Baustelle
TORRITA - La Festa della Toscana, dedicata ai giovani ingegni (alla corte di Lorenzo Il Magnifico, aggiungo io) ha fatto tappa a Torrita con una serata da special guest. Gli ospiti d'onore erano i Baustelle, visto che il loro chitarrista Claudio Brasini, è un torritese. L'unico ad essere originario di una città che fa comune, poiché gli altri provengono addirittura da frazioni di Montepluciano , cioé Abbadia, degnamente rappresentata dal cantante Francesco Bianconi, e Acquaviva con la seconda voce al femminile e sguardo di ghiaccio, Rachele Bastrenghi. Nessun dubbio però sull'essere fuori dal comune.. per tutti e tre. Studenti universitari che nel 1994 danno vita a questa formazione e dopo nove anni e tre album si trovano in vetta con "La Malavita" e un produttore storico del rock italiano come Carlo Ugo Rossi. Dimeticavo, Francesco Bianconi, oltre ad essere "the voice" dei Baustelle è anche l’autore di “Bruci la città”, la chiacchierata e fortunata canzone della toscanissima Irene Grandi. Francesco, naturalmente dà voce alle canzoni e al Baustelle - pensiero..
La "provincia", ragazzi, con quel suo bagaglio di storie di miserevole nobiltà, quanto ha inciso nel vostro percorso?
Francesco: Purtroppo è piurttosto difficile emergere da una realtà provinciale, è più duro che vivere in una grande città: sembra banale ma è ancora così. Esistono in provincia realtà interessanti sia sul piano intellettuale che artistico, ma allo stesso momento è come se si formasse una specie di corazza. Un provinciale che viene dagli angoli più remoti del mondo (lo dice sorridendo e con soddisfazione, ndr) riesce ad affrontare meglio la città, con questa sorta di corazza.. come se avesse un corredo immunitario più forte degli altri. E credo che sia anche più navigato verso certe situazioni, perché..
Claudio: ha faticato di più, arriva più preparato..
Francesco:..insomma essere contadini, in un certo senso (sorride a Claudio) aiuta.
Ma il successo alla fine è un punto di arrivo o di partenza? Non inibisce una crecita più matura?
Francesco: si, sono d'accordo, in realtà bisognerebbe non fermarsi mai. L'ambizione è un pò come confrontarsi, ma c'è da dire che in Italia si sta formando sempre più un concetto per cui basta fare uno scalino per arrivare ad una parvenza di successo. Vedi il velinismo: sono arrivato in televisione quindi ce l'ho fatta, invece il successo non è affatto questo.
Claudio: è indipendente dai media, il successo sono gli altri che ti riconoscono per ciò che fai..
Francesco: è una crescita con fatica, è impiegare un pò più di tempo e non cercare solo l'apparenza e la visibilità.
Nove anni, in fondo sono un tempo sufficiente, nove è il numero della perfezione.. e il giorno e il mese in cui sono nata io.. scusate se è poco!
Giornalismo Fai da te - I giornalisti Umbri sono più versatili
Si procuravano il pane suonando musichette per strada, magari avrete anche fatto due risate su quell'attrezzatura buffa che produceva solo una misera musichetta da quattro spiccioli.
Eppure, senza questo personaggio, che cosa sarebbero state le vostre serate in riva al mare, a passeggio in quell'unica vacanza all'anno che vi concedevate ?
La rilessione nasce da una constatazione. In Umbria il giornalismo televisivo - per molte ragioni - si dimostra più versatile, e supera quella stessa versatilità che i toscani si accaparrano nel campo della comunicazione. Le emittenti televisive hanno giornalisti e tecnici, ma con ruoli diversi nell'uno e nell'altro campo.
In Umbria i gionalisti partono con la propria telecamera per andare a conferenze stampa o iniziative promosse da associaizoni, politici e politicanti, il supporto dell'operatore non è necessario, avviene solo nelle occasioni più importanti. E così questi ultimi possono andare dove non sono i primi, e quando entrambi tornano in redazione, il tg è pieno di servizi e interviste a guarnire notizie e veline.
In Toscana , a quanto ho potuto notare, sono pochi i casi di telereporter, cioé giornalisti che escono dalla redazione con telecamera tipo sony 150 o equivalente Panasonic per svolgere lo stesso lavoro che dovrebbe fare un tecnico. n
Nei panni del direttore, mandereste due dipendenti - due - ad una conferenza stampa sulla sagra del fagliolo in umido o sulla solita contestazione contro la finanziaria?
Un paio di domande di circostanza costerebbe il doppio.
La prim a risposta che mi viene in mente è di tipo antropologico.
L'Umbro è per natura mite e riservato, il Toscano esuberante e un pò snob.
Quindi, l'uno è portato a mettere in risalto il fatto nudo e crudo, raccontandolo, l'altro preferisce entrare nella cornice della notizia, per dargli un volto. Dirò di più, la propria identità.
Insomma, questione di individualismo storico.
Non so quale tra i due modi di are giornalismo televisivo sia più coinvolgente o efficace. Personalmente il telereporter è una figura molto più moderna e dinamica. Non tutti i tecnici offrono una buona qualità ai servizi giornalistici, non tutti i giornalisti garantiscono un'informazione sufficiente e professionale.
Il giornalista multi task però non l'ho sognato, leggetevi "Media senza mediatori" di Michele Mezza (Morlacchi Editore). Controindicazioni? L'autore è un giornalista Rai.
basta un colpo di zoom e il gioco è fatto?
Vita da reporter di provincia.
Bella la vita del telereporter. Gira con la sua telecamerozza che pesa due chili e un microfono a filo, nascosto tra i mille comunicati, le merendine e altri aggeggi femminili, da utilizzare all'occorrenza.Quando deve fare delle immagini decenti non deve mangiare troppo, perché se qualche rigurgito di grasso fa capolino nel diaframma , il leggero sussulto non fa bene alla qualità complessiva della la sequenza video. E si deve ricominciare da capo. "Prova, uno due tre prova": il microfono funziona e si parte con l'intervista. Il viso è rosso, accidenti, tocca mettere le dita su uno di quei tastini lì.. prima o poi si trova la combinazione vincente.
Ed infine, il montaggio. State ancora aspettando che il negozio di computer della vostra città vi chiami per avvisare che è arrivato l'adattatore che avevate ordinato. E quindi siete costrette a bestemmiare in ogni lingua possibile per acquisire le immagini registrate da montare in servizio.
Vi rendete conto che ci sono problemi audio, che la cassetta era rovinata e alcune aprti non sono utilizzabili, contate fino a dieci e arrivate a fare il rendering con tre capelli bianchi in più e la bava alla bocca.
The final cut. L'esperienza è una strada fatta di piccoli passi, di voglia di imparare. Vi trovate a consigliare un operatore su come dovrà montare un tale servizio, per il quale avrete prestato la voce. Visto che apparirà con il vostro nome volete almeno renderlo gradevole. E intanto date uno sguardo a come lavora il tecnico. Magari carpite qualche dritta utile per il futuro. E invece, in diretta scoprite che il lavoro finale è peggiore di come avreste immaginato il vostro lavoro (con la solita insoddisfazione intrinseca). Bella la vita da reporter!
(Ma chi fa da sé fa per tre?)
venerdì 30 novembre 2007
TACCUCCI- SONAGLIA: I BLUES BROTHERS DEL GIORNALISMO
LA PROVINCIA DI AREZZO IN UMBRIA
sotto vari punti di vista. Ci pensate, ai tifosi dell'Arezzo che fanno il derby col Perugia al Curi?
domenica 25 novembre 2007
UN TG AL GIORNO TOGLIE L'APATIA DI TORNO
Alla faccia del wild rose n°37.
Al giorno d'oggi l'utilizzo delle piante medicinali è piuttosto convulso e confuso. Gli stessi erboristi spesso sbagliano a consigliare essenze di Fiori di Bach ai propri clienti e più di una volta mi è capitato personalmente di vedere l'esercente leggere le indicazioni nella brochure di "Aboca" - famosa casa produttrice locale - per capire quali sintomi e quali benefici fossero associati all'una o all'atra essenza. E vendere prodotti per deduzione. Un'erborista da dieci e lode? "L’ape contadina" in via Leonardo da Vinci a Chiusi Scalo, poche parole per un acquisto mirato.
Casi di sovradosaggio. Non sono affatto sporadici, né quelli relativi ad un cattivo utilizzo di più essenze contemporaneamente, con effetti collaterali deleteri per il già fragile sistema nervoso di chi le assume. Deleteri anche per il portafoglio, considerati i costi di ciascun flaconcino, tra i 9 e i 10 euro l'uno. La cura generalmente si protrae per alcune settimane a stillicidio, tante gocce al dì quanto è alterato lo stato emotivo del vostro essere.giovedì 22 novembre 2007
sintomatologia da lapsus informatico.
Ebbene, credo che la blogger serezeta dimostri una chiara sintomatologia da lapsus informativo e informatico - visto che ha citato il consigliere forzista Raffaele Nevi intendendo riferirsi a quello di Alleanza Nazionale, Franco Zaffini.
Ma come - vi chiederete - dopo che questi ha fatto tre comparsate corpose su Tef in meno di quattro ore, serezeta come ha fatto a commettere questo scambio di identità?
Effetto della sovraesposizione mediatica dei politici. Alla fine, oltre al senso di nausea sui soliti ritornelli bipartisan, si finisce col rimuovere automaticamente anche il nome dell'ultimo prezzemolino visto in tv..
Terapia d'urto? Se riducessero le poltrone - come se ne parla assiduamente - la maniestazione di certi sintomi da rincoglionimento simil - giornalistico subirebbero una drastica riduzione, n'est-ce que pas?
domenica 18 novembre 2007
FIGLI DI UNA LAUREA MINORE
Le confesso che non sono figlia di giornalisti, né nella mia famiglia vi sono personalità influenti a cui posso affidarmi per trovare un lavoro in questo settore o tali da farmi entrare in qualche scuola per "imparare a fare il giornalista". Suo padre che lavoro svolgeva, se non sono troppo indiscreta? Mica avrà vissuto anche lei un periodo di prigionia da bambino? 



