Caro figliuolo, qui una volta era tutta campagna elettorale.
PASSIGNANO - "Questo è il Natale della Sai", ha detto l'assessore al Bilancio Nazareno Bianconi, durante il consiglio comunale prenatalizio in cui si sarebbe approvato il piano di recupero per l'area dell'ex Sai Ambrosini. Il progetto sostanzialmente è sempre quello. E ci tiene a precisarlo, il centro destra, per evitare che le forze politiche avversarie cavalchino l'onda del "vedi, te l'avevo detto". Così, all'indomani del consiglio, sulla stampa (solo Giornale dell'Umbria e Corriere dell'Umbria) esce la notizia che l'assise ha dato l'ok al piano di recupero con i voti favorevoli della sola maggioranza (of course), quello contrario della capogruppo dell'opposizione, Alba Cavicchi, e l'astensione dell'"altra sinistra" di Faliero Coccolini. E scatta l'ira di Dio, perché l'evento eccezziunal verament non ha avuto la meritata risonanza mediatica. E soprattutto con i "nomi" giusti. Non si fanno queste cose nell'anticamera della campagna elettorale. Si, proprio in questo "non luogo" della dialettica politica, dove si decidono - in buona sostanza e anche materialmente - le azioni per la campagna ufficiale che impegnerà i tre mesi precedenti le elezioni amministrative. D'altro canto, però, la sinistra era stranamente e casualmente a letto con la febbre, sia la consigliera Pasquali che Pinaglia. Con un ulteriore seggio vuoto (quello di Trinari), tra i banchi dell'opposizione era seduta una abbacchiata Cavicchi, che non ha sfoderato un discorso brillante, e un Coccolini dal pensiero bitorsoluto e mastelliano, che s'è pure beccato una strisciata dalla capogruppo Cavicchi.
UNA STORIA SAPONOSA
Assume sempre più i contorni di una soap opera la storia della Sai. Almeno per le vicende che hanno interessato l'ultimo biennio. "Un intrigante menage a tre tra la Provincia, il Comune di centro destra e l'opposizione di centro sinistra", potrebbe annunciare la voce narrante fuori campo. E poi parte la sigla con i titoli del cast.
Le foto degli attori e il copione. Gli habitué di Palazzo Cesaroni dichiarano con occhi posseduti e bava alla bocca che la presidente Lorenzetti imponga ai giornalisti Rai le domande da fare, e che non si sgarri di una virgola. (A me, piccola e insignificante reporterina di una emittente locale ha lasciato carta bianca, ma sulla questione sicurezza ho bypassato perché avevo mal di stomaco e volevo andarmene a casa mia.Pardon) Nei palazzi comunali del Trasimeno qualcuno pensa di poter fare altrettanto, forse perché a volte il rapporto di collaborazione tra un politicante locale e il collaboratore di una testata giornalistica è molto più umano e schietto di quello che si respira nei locali della politica d'alto bordo. Più la poltrona scotta, più si stringe la maglia tra gli interlocutori pubblici. "Non mi hai citato" mi sono sentita dire, con voce scocciata assai, all'indomani dell'uscita dell'articolo sul piano della Sai approvato. E per di più senza una foto. Scusate se ho dato spazio al progetto, misero protagonista della telenovela!
Il cast. Dopo la bocciatura da parte della Provincia (era il due aprile scorso, delibera n° 171), il Comune ha ventilato l'ipotesi di fare ricorso al Tar, ma il buon senso politico ha prevalso, per entrambe le parti. Si ricordi che in mano alla giunta passignanese c'è una lettera firmata dalle forze politiche di centro sinistra e indirizzata ai presidenti di Regione e Provincia, affinché si ravvedessero della questione e del fatto che la Cdl stava prendendo "la mira" sul bersaglio della Sai. Insomma, sindrome berlusconiana del complotto a parte, o inciucio al modo della sinistra, sta di fatto che sono ripartite le trattative tra Provincia, Comune, società proprietaria dell'area Sai e con la presenza straordinaria della Soprintendenza (sai com'è, a certi ospiti e sempre meglio ar vedere prima la casa..).
I numeri di produzione per la Sai. Il progetto è una rimodulazione di quello presentato alla cittadinanza ad aprile con una differenza di volumetria complessiva di 30 mila mc in meno: dai precedenti 201 mila metri cubi si scende a 172 mila, ripartiti in 92 mila 202 per l’area residenziale, 63 mila 759 per il commerciale/direzionale, 18mila per la destinazione turistica e produttiva. Quello che desta un simpatico interesse e fa tremare il sorriso sotto i baffi è il "colpo di gomma" della Provincia. Dalla pianificazione iniziale l'Ente ha cancellato la parte demaniale, che dovrà essere definita in modo più chiaro. Via la piazza acquatica, il pontile (sarebbe stato il terzo a Passignano) e la darsena dalla zona ad uso turistico. Nel capannone più imponente sorgerà al primo piano un centro commerciale, al secondo un auditorium per congressi, e al terzo un giardino pensile, mentre nelle immediate pertinenze sarà realizzato un parcheggio da 800 posti. Infine, l’anfiteatro è stato ridisegnato rispetto alla disposizione originaria, come anche alcune delle palazzine dell’area turistica, ma è rimasta invariata l’altezza complessiva degli edifici, non superiore ai 12 metri e mezzo.
Ai numeri vanno aggiunte le milioni di parole che ancora dovranno essere scritte sui passaggi burocratici futuri - perchè l'iter ora prevede che il piano approdi in Provincia.
E se si verificasse una seconda bocciatura?
L'ottimismo, specialmente quello politico, non è mai infondato..