Fassa Bortolo, con lo scarico non se ne va.
Logorrea, sembra una brutta parola e finisce con evocare quei teribili "Coliformi fecali" che hanno fatto perdere il sonno a tanti gestori di attività ricettive. E invece la malattia del Trasimeno sta nella lingua. Di chi lo racconta, di chi lo vende alle borse del Turismo, di chi lo presenta agli elettori nella migliore delle pose, incellofanato e immacolato come una donna che indossa il più potente dei wonderbra e una guaina contenitiva miracolosa sotto il vestitino attillato. Sull'ultimo numero di "io donna", il settimanale femminile del Corriere della Sera, la giornalista senza peli sulla lingua (e sulle braccia) Milena Gabanelli, musa del famoso "Report" di Rai Tre, punta il dito all'affair Fassa Bortolo in un più generale punto critico dei suoi (cioè acido il giusto) su "Un Paese affetto da strabismo". Questo è il titolo dell'articoletto a pag.24, in cui troviamo citati exempla di cecità politica nel Bel Paese. Si parla del Lago d'Iseo, conteso tra la buonaggine della Provincia di Brescia e la birboneria del Comune di Tavernola Bergamasca, che ai tentativi i riqualificazione turistica intrapresi dall'Ente provinciale preferisce la trasformazione di un cementificio in un sito per samltimento rifiuti. O ancora la Gabanelli porta sul piatto il caso della Regione Abruzzo, che alla valorizzazione e mantenimento di uno dei tesori verdi d'Italia, l'Altopiano di Nivelli, affianca il si dato all'Anas per trasfromare in autostradala statale 17 che porta nel Parco d'Abruzzo.
Che c'azzecca il Trasimeno con tutto questo? E come, non lo avete ancora capito? L'androgina giornalista accende miracolosamente il nome "Fassa Bortolo", che dal nord est porterebbe in "riva" al lago torri alte 60 metri e ad alto impatto ambientale, senza contare le conseguenze sulla viabilità adiacente alla zona interessata. (Corciano - Mantignana, come sottolina Gabinelli, o Villa del Cardinale come se ne parla da un pò?)
A prescindere dalla logorrea politica che circonda il caso, anzi il casus belli, mi pare che associare il lago Trasimeno a "zone turistiche a rischio ambientale" - come recita la didascalia nella foto con tanto di pontilino degli spagnoli a Castiglione del Lago - mi sembra eccessivo. Perchè se proprio vogliamo parlare di CEMENTO, che oggi fa taanto chic tra i new "eco-qualcosa", sarebbe opportuno fare una piccola conta di quanti tetti sono cresciuti intorno al lago in questi anni, e gli scarichi dei quali no si sa ancora dove vadano a finire. E
Ben lungi dalle logiche politiche che stanno dietro alla vicenda Fassa, ai comitati, alle prese di posizione e al buon senso che dovrebbe dare la strada dello sviluppo sostenibile: ai turisti non interessa se venga fatto o meno un impianto locale di una azienda produttrice di intonaci in una zona industriale - perchè li in teoria dovrebbe essere destinata. I turisti, specialmente quegli spendaccioni degli italiani, vogliono poter farsi un bagno gradevole in un'acqua pulita, senza Coliformi fecali, nitida e seducente come i veli trasparenti di una ninfa maliziosa. A spiegare tutto il resto ha pensato, con leggerezza, Edoardo Bennato, nel suo "sono solo canzonette.."