"Scusi posso parlarle dopo? Sono x, sono un consigliere dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti"..
"Accidenti, e ora che ho combinato? Ho detto o fatto qualcosa di colpevolissimamente grave e peccaminoso? Non si possono fare i reportage su come viene raccontato il Trasimeno?" ha pensato la simil giornalista, stanca di trafficare con tutto quel popò di apparecchiature. "Si, tra mezz'ora (magari) ho finito.."
Non passa neanche una decina di minuti che il tipo si riavvicina e dice che deve andare via.
Farfuglia qualcosa, chiede se sono "amica di"..una ragazza che scrive su un altro quotidiano, domanda che ripete due tre volte; poi incalza: "lei per chi scrive". Ah.. allora sai che scrivo e non faccio solo riprese autogestite..Mah.
Alla fine mi chiede il numero e glielo lascio, tanto ce l'hanno cani e porci. Lui insiste nel dire che è dell'Ordine bla bla., che conosce benissssssimo il mio editore, direttore, l'editore dell'altro giornale, tizio - caio - sempronio; conosce addirittura il grande, grrrandissimo, dietrologo che si spaccia come responsabile della pagina che faccio io tutti i giorni.
La simil giornalista, però, non conosce costui, e il suo lungo naso le dice che trattasi di ennesimo megalomane che si riempie la bocca di "giornalista". "Allora la chiamerò per quello e per quell'altro.." conclude il tizio con la faccia tonda abbronzata, e se ne va.
Giornalisti e Veline.. si salvi chi può..