Cose dell'altro mondo. Il mestiere del giornalista, pardon: la professione del giornalista (dipende se siete costretti a stare in mezzo alla gente anche a 40° all'ombra o dentro una redazione fresca e vivace) è da sempre considerato interessante, affascinante, un po' bohemien. Anche un pizzichino snob e cool.
I ragazzi escono dall'Università, soprattutto quelli di Scienze della Comunicazione -indirizzo mass media-giornalismo, con la convinzione che è un bellissimo lavoro. Belle paghe, bella gente, non ci si annoia. Vero, ma con molti distinguo.
Venite gente, venite.. E' un lavoro tanto bello per quanto duro. Un po' come l'attore che deve lottare con sé stesso, per immedesimarsi nella parte quanto basta per rimanere al contempo distaccato. L'attore deve comunicare allo spettatore quello che si prova "in quei panni", la rappresentazione dello spazio vitale di un personaggio e della sua storia attraverso un sistema di segni, ma allo stesso tempo deve essere osservatore di quel personaggio insieme al pubblico.
Ma torniamo a noi. Tempo fa mi trovavo in una città della vicina Toscana per un servizio. Incontro una mia vecchia conoscente (dei tempi del Liceo), e con lei un ragazzo nostro coetaneo. In dieci minuti ho raccontato quello che avevo fatto negli ultimi 10 anni, e la vita caotica di adesso. Dietro alle notizie come un cane da tartufo con i peli dritti da un piacevole stress.
-"Ma sei pubblicista? Perché sai anche io scrivo e mi piacerebbe diventarlo", mi fa il ragazzo insieme a questa mia amica.
-"Si, non so in Toscana quanto pezzi servono per un quindinale ma .." e comincio a spiegare cosa deve fare. "E poi una volta iscritto all'Albo dei Pubblicisti paghi 100 euro l'anno circa", concludo.
-"Ah - risponde lui - come? Io pago 100 euro all'Ordine dei Giornalisti e loro mi trovano lavoro?"
Oddio..insomma..no! Carina però l'idea.. surreale ma un'idea..